7.5
- Band: DISILLUSION
- Durata: 00:57:39
- Disponibile dal: 06/09/2019
- Etichetta:
- Prophecy Productions
- Distributore: Audioglobe
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La carriera dei Disillusion è stata tutto fuorché rose e fiori: la prematura svolta stilistica attuata con “Gloria” appena dopo il grande successo del debut album “Back to Times of Splendor” e la pressione che aveva iniziato a salire in quei giorni fecero evidentemente cadere in depressione la band tedesca, che di lì a poco sparì dai radar musicali, come in fuga da qualcosa troppo grande per lei. Ci è voluto un decennio per arrivare ad un nuovo capitolo discografico – il singolo “Alea”, rilasciato nel 2016 – e altri tre anni per avere fra le mani un nuovo full-length, un’opera confezionata grazie anche al supporto ottenuto tramite una campagna di crowdfunding.
“The Liberation” a livello stilistico prende le mosse da “Alea”, poggiando le sue fondamenta su un metal arioso e progressivo, tuttavia – e questa è certamente una notizia che renderà felici i fan della prima ora – in vari tratti recupera anche la verve melodic death e le growling vocals degli esordi, spingendo sempre più lontano l’estemporaneo impianto electro/industrial sperimentato con l’audace “Gloria”.
Anche questo nuovo lavoro, in ogni caso, non è propriamente di facile assimilazione: la vena avantgarde dei Disillusion risplende anche qui e la tracklist si rivela ancora più eclettica e stratificata delle precedenti, a cominciare appunto dalla eterogeneità del comparto vocale, per arrivare quindi alla varietà della strumentazione utilizzata. La proposta del gruppo è ora avvolta in un involucro inequivocabilmente metal, ma l’esuberante creatività in dote ai cinque non ne risente più di tanto, trovando comunque modo di spaziare fra interludi acustici, ricercate parti corali e accenni orchestrali. Fortunatamente, solo in un paio di circostanze la band sembra incaponirsi in spunti un po’ fini a se stessi o in un barocchismo troppo spinto: il songwriting denota quasi sempre un apprezzabile equilibrio e, quando lo slancio verso la rivendicazione di una propria specificità non eccede, ecco che giungono i momenti più interessanti ed emozionanti. Composizioni molto lunghe e al tempo stesso fluide come “Wintertide” e “The Mountain” mostrano come i Disillusion posseggano un talento non comune nel trasmettere empaticamente i propri stati d’animo. Talento che fa sì, in ultima analisi, che i pregi di “The Liberation” siano di gran lunga maggiori dei cosiddetti peccati di gola.