7.0
- Band: DISKORD
- Durata: 00:25:58
- Disponibile dal: 15/08/2014
- Etichetta:
- Hellthrasher Prod.
Spotify:
Apple Music:
I Diskord sono una band che tende a farsi gli affari propri. Pochi concerti, lavori pubblicati senza troppi annunci, mosse sempre ben ponderate, con vari demo ed EP ad intervallare le cosiddette uscite principali. In quindici anni di carriera i norvegesi non hanno mai fatto granchè per uscire dall’underground, ma i grandi appassionati di death metal tecnico sono comunque riusciti ad accorgersi di loro, come dimostrano i responsi positivi su vari blog di nicchia e l’invito a partecipare al mitico Kill-Town Death Fest di Copenhagen. “Oscillations” è un nuovo EP che i Nostri hanno deciso di confezionare probabilmente per testare la nuova lineup, che ora vede il contributo del chitarrista Håvard Østli; a livello stilistico, non siamo lontani anni luce da quanto i ragazzi ci hanno offerto in precedenza, anche se si nota un approccio maggiormente live e spontaneo in sede di registrazione. Non che il lavoro suoni crudo o lasciato al caso, ma tutto sommato si può dire che i Diskord in questa occasione abbiano cercato di catturare in studio il vigore dei loro show. In ogni caso, restano in primo piano, enfatizzati a dovere, sia l’ottima preparazione tecnica che la singolare personalità del gruppo; il terzetto ancora una volta produce un suono che strizza l’occhio tanto alla tecnica quanto all’atmosfera, lasciando poi anche un po’ di spazio a trame più oblique e stranianti sempre pronte a tendersi e a richiudersi all’improvviso. Demilich, Atheist e Gorguts sono il pane dei Diskord e queste influenze vengono continuamente rielaborate e rimescolate nelle sei canzoni che compongono “Oscillations”. Come sempre, non siamo di fronte ad un’opera di facile presa, nè al solito lavoro di copia/incolla in salsa revival al quale certo underground death metal ci ha ultimamente abituato: i Diskord, pur vivendo stilisticamente negli anni Novanta, hanno una mentalità ben più aperta e “avantgarde” rispetto a quella di tanti colleghi… dai maestri prendono solo il meglio e rivisitano quest’ultimo con gusto quasi innato. Con tutta probabilità, visto in primis lo stile cerebrale, ma anche la poca voglia di promuoversi su ampia scala, i norvegesi saranno sempre un nome per pochi, ma ciò non significa che coloro che stravedono per i gruppi citati in precedenza debbano sottovalutarli o ignorarli. “Oscillations”, così come buona parte del vecchio repertorio della band, gode di un songwriting fluido e di un fascino tutto suo.