8.0
- Band: DISMA
- Durata: 00:46:03
- Disponibile dal: 19/07/2011
- Etichetta:
- Profound Lore
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Giungono finalmente all’esordio i cult heroes Disma, band attiva dal 2005 ma che fino ad oggi aveva rilasciato solamente un paio tra demo e split CD. La band è composta da vecchi marpioni della scena death statunitense ed il nome più noto della line up è sicuramente quello di Craig Pillard, mitico singer ex Incantation. A completare la formazione troviamo il bassista Randi Stokes, il batterista Shawn Eldridge (Funebrarum) ed i due membri fondatori Daryl Kahan (Funebrarum) e Bill Venner, con quest’ultimo che a suo tempo ha messo lo zampino nella nascita degli Incantation, suonando la chitarra e soprattutto disegnando loro il layout grafico del monicker. Dati i nomi coinvolti era lecito attendersi un buon lavoro di death old school che al suo interno avesse delle cadute verso baratri doom, ed infatti i nostri non tradiscono le aspettative, regalandoci con “Towards The Megalith” un salutare tuffo all’interno di sonorità marcissime e purulente. Detto subito di una produzione adatta al genere e che mette in evidenza i toni bassi delle chitarre e della sezione ritmica, possiamo passare all’esame del platter. Non è un caso che membri di Incantation e Funebrarum facciano parte della band, in quanto sono proprio quelle le band più vicine al Disma sound. La ricetta è semplice ma sempre efficace: struttura molto lineare, atmosfera oscura, downtempo a palla ed alcune incursioni più veloci e ficcanti, senza mai arrivare a superare i limiti di velocità. A condire il tutto troviamo uno dei growler più intensi in circolazione, un sound sempre grasso e saturo e delle incursioni nel doom death tout court che rimandano dritti dritti agli Evoken! La pesantezza di brani quali “Vault Of Membros” o “Lost In The Burial Fog” ha pochi eguali sulla scena attuale, il groove cupo ed opprimente di “Of A Past Forlorn” chiama a gran voce i migliori Bolt Thrower, epurandoli però del pathos epico-guerresco, mentre l’assalto all’arma bianca di “Chaos Apparition” colpisce per la sua classicità e per il rispetto di canoni creati ormai venticinque anni or sono. Non vi sono brani sottotono e, nonostante la lunghezza media sia piuttosto importante, non vi sono nemmeno cali di tensione o momenti di eccessiva staticità. I Disma insomma hanno da subito trovato la quadratura del cerchio e sono riusciti a creare un album magari nel complesso fin troppo semplice, ma dannatamente efficace e privo di veri e propri punti deboli. Le grandi band del passato possono dormire sonni tranquilli, dato che negli ultimi tempi le nuove leve stanno davvero facendo faville. Segnatevi quindi questo nome ed affiancatelo tranquillamente a quello degli Undergang e dei Decrepitaph: certo non ne rimarrete delusi!