7.5
- Band: DISPERSE
- Durata: 00:55:10
- Disponibile dal: 15/02/2013
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Tastiere e chitarre acustiche introducono questo “Living Mirrors” con una bellissima cornice, “Dancing With Endless Love”, che risplende in tutta la sua evocatività, eleganza e passione. Caratteristiche, queste, che si ritrovano in tutto questo debutto su Season Of Mist. “Living Mirrors” è un album di progressive metal con con venature più rock qua e là, molto elegante e barocco, eppure sempre passionale e fine firmato Disperse, il progetto del compositore polacco Kakub Zytecki, affiancato da Rafał Biernacki, voce e tastiere, Wojciech Famielec al basso, Maciej Dzik dietro le pelli e Daniel Kesler, che affianca il leader alle chitarre. “Living Mirrors” è molto simile alle esperienze soliste di Jakub, e insieme fedele alla linea intrapresa con il primo “Journey Through The Hidden Gardens”, che aveva esercitato un ottimo appeal su i fan del neo-progressive. Notevole è anche l’influenza che i connazionali Riverside esercitano su questo progetto: non siamo infatti davanti ad un’ostentazione programmatica di tecnica ritmica e melodica, ma di una buona disposizione di passaggi dosati, dove la classe è presente ma non sbattuta in faccia all’ascoltatore. Anche lo stesso Jakub nasconde il suo virtuosismo alla sei corde dietro alcune strutture di tastiera e ritmica che danno un discreto procedere, un andare mai fiacco e mai eccessivamente diretto. Questo è sicuramente un fattore a doppio taglio: se da un lato si può godere della sensualità di “Living Mirrors”, dall’altro qualcuno potrebbe aspettarsi, continuamente, di avere un momento veramente superiore alla media. Il disco è trascinante, nonostante questo suo incedere di un’epicità leggera eppur sensuale (il finale di “Message From Atlantis”). Molta di questa bellezza deriva proprio dai momenti più intimi e più prog rock che da quelli delle asimmetrie ritmiche più tipiche del prog metal, ma è anche vero, però, che l’amalgama che qui viene ricreato è quasi sempre apprezzabile (“Universal Love” o “Unbroken Shiver”). Il modus operandi del progetto Disperse in questo “Living Mirrors” è più vicino alla conformazione floydiana, o dei Marillion, piuttosto che ai tanto citati metri di paragone Dream Theater. Lo stesso cantato di Rafał Biernacki è un notevole esempio di singer a disposizione della band e della musica. Nessuno eccede, tutto è controllato. Una nota di merito, infine, a Jakub, che oltre ad essere main composer è anche produttore. Questo “Living Mirrors” riesce ad essere un prodotto apprezzabile, un affastellarsi di momenti più ambient e di djent latente, tecnica e buon gusto, riflessione e decisione. Sicuramente meritevole di (molta) considerazione.