5.5
- Band: DISTURBED
- Durata: 00:42:48
- Disponibile dal: 31/08/2010
- Etichetta:
- Warner Bros
- Distributore: Warner Bros
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Disturbed Atto V – La caduta degli dei. Volendo estremizzare, potremmo così sottotitolare l’ultima fatica della band di Chicago, assurta all’Olimpo del nu-metal ai tempi dello stratosferico debutto “The Sickness”, ma capace poi di ripetersi con l’altrettanto valido “Believe” e di superare indenne la svolta sitilistica intrapresa con l’accoppiata “Ten Thousand Fists”/”Indestructible”, ulteriori tasselli di una carriera vissuta finora da primi della classe (e della classifica). Finora, appunto, perchè il nuovo “Asylum”, se pur saldamente in vetta nelle charts d’Oltreoceano, fa registrare il primo mezzo passo falso della formazione americana. Non abbiano però di che spaventarsi i fan più fedeli, perchè poco o nulla è cambiato in casa Disturbed: David Draiman, ormai quasi del tutto guarito dal singhiozzo che lo affligge da quindici anni a questa parte, resta una delle voci migliori in ambito mainstream metal; Dan ‘spezzatino’ Donegan, qui impegnato anche in veste di producer, è ormai a suo agio anche in veste solista; e anche la sezione ritmica di Mike Wengren e John Moyer, se pur meno sincopata del solito, svolge egregiamente il proprio lavoro. Il problema semmai è che, persa per strada l’insana follia degli esordi – ormai ridotta ad una pantomima del Silenzio degli Innocenti messa in scena on stage – è venuta meno anche quella componente adrenalinica che ci aveva fatto tanto apprezzare gli ultimi lavori. Pochi infatti gli episodi di autentico spessore (la title-track, “Warrior”, “The Animal”, “Never Again”), affogati in una tracklist zeppa di filler soprattutto nella seconda metà (“Crucified”, “My Child”, “Sacrifice”, “Innocence”) ed in cui a brillare è soprattutto l’assenza ingiustificata della timbrica più emozionale del già citato Draiman, solo in parte espressa nel ritornello di “Another Way To Die”. Fossimo al cospetto di un’altra band il giudizio avrebbe potuto essere più magnanimo, ma, dall’alto del piedistallo eretto sotto i loro piedi in questi anni il tonfo è inevitabilmente destinato a fare più rumore. Peccato davvero, anche se, essendo ancora lontani dai livelli di pateticità raggiunti dagli ultimi Korn, speriamo si tratti solo di un semplice inciampo.