7.5
- Band: DIVIDED MULTITUDE
- Durata: 00:57:00
- Disponibile dal: 20/09/2019
- Etichetta:
- Ram It Down Records
- Distributore: Audioglobe
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I Divided Multitude si erano messi particolarmente in evidenza qualche anno fa, esattamente nel 2015 quando, in occasione del ventennale della loro carriera, avevano pubblicato un bellissimo album omonimo. Da allora sono cambiate un po’ di cose e in modo particolare ha lasciato la band una colonna del gruppo come il tastierista Eskild Kløften: a quel punto, i restanti membri della band hanno deciso di rivoluzionare un po’ tutta la line-up, rinunciando ai tasti d’avorio, con il cantante Sindre Antonsen diventato un secondo chitarrista ed il ruolo di singer principale lasciato ad un nuovo membro, ovvero Jan Thore Grefstad (Saint Deamon, Highland Glory). Da tali cambiamenti non potevano che scaturire alcune differenze a livello stilistico ed infatti si nota subito come la musica dei Divided Multitude sia un po’ meno tendente a trame tipicamente progressive e più vicina al power e al metal melodico, in modo da valorizzare al meglio la bella voce, molto alta e pulita, del nuovo cantante. Ciò non significa però che il gruppo abbia snaturato il proprio stile e comunque non sono scomparsi del tutto elementi prog, come dimostra, ad esempio, la traccia conclusiva “Psalm Of A Soldier”, che sfiora i dieci minuti di durata – tra l’altro con la partecipazione di ospiti di un certo rilievo come Ida Haukland dei Triosphere e Gary Wehrkamp degli Shadow Gallery. Proprio con quest’ultima band, c’è poi una particolare amicizia, tanto che anche nell’album precedente ritrovavamo un altro membro del gruppo americano, ovvero Brian Ashland. Gli Shadow Gallery, inoltre, sono una delle principali influenze dei Divided Multitude e, come loro, tra le altre cose, hanno la caratteristica di avvalersi di più voci, potendo così, con questa nuova line-up, ancor meglio sfruttare le potenzialità espressive dei due cantanti. La tracklist di “Faceless Aggressor” presenta dunque perlopiù brani caratterizzati da una grande cura per le melodie, specialmente nei refrain, uno più bello dell’altro, che il combo norvegese cerca di far convivere con riff decisi e una ritmica veloce e tecnica allo stesso tempo, oltre ad essere tendenzialmente un po’ più diretti e lineari rispetto al loro repertorio passato. I risultati sono senz’altro apprezzabili, per quanto a nostro avviso non si raggiungano i livelli del lavoro precedente ma, in generale, possiamo dire che la band ha saputo davvero reinventarsi e riproporsi in maniera assolutamente convincente.