DIVINE ASCENSION – Liberator

Pubblicato il 02/01/2015 da
voto
6.5
  • Band: DIVINE ASCENSION
  • Durata: 01:04:21
  • Disponibile dal: 17/11/2014
  • Etichetta:
  • Nightmare Records

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Pare un po’ troppo facile inserire i Divine Ascension e il loro secondo album “Liberator”, nel calderone del metal sinfonico con voce femminile. Troppo. Anche perchè, nonostante vaghi echi di Nightwish o Within Temptation si colgano qui e là, l’impasto strumentale a nostro parere proviene da lidi leggermente diversi. Il power metal, di fatto, e qualche accenno di progressive metal sembrano caratterizzare meglio il sound dei cinque, allontanando parzialmente la band dal baratro dell’eccessiva ripetitività. Non che i Divine Ascension reinventino in alcuna maniera il metal sinfonico… più correttamente possiamo dire che cercano a livello strutturale di importare qualche spunto ricercato, qualche passaggio più inaspettato o aggressivo che dia altri aspetti da guardare che non la semplice somiglianza ai soliti Nightwish. Una somiglianza che comunque è presente e che non può essere negata, basti ascoltare l’opener “Dawn Brings No Mery” per rendersene conto, notando quanto le tastiere richiamino palesemente lo stile di Holopainen. C’è però, anche in questo all’apparenza derivativo brano, un qualcosa che solleva un po’ l’effetto di ‘già sentito’, un uso della voce da parte della cantante Jennifer Borg meno lirico e più pratico, una certa virulenza nelle ritmiche di chitarra di Emppu Vuorinen. Troviamo poi un taglio decisamente più moderno e aggressivo su altri pezzi, come ad esempio nei secondi iniziali della interessante “Stronger” (pregevole ancora una volta il cantato in questa), così come riconosciamo chiari input dal power metal di Timo Tolkki e Jens Johannson nella veloce “The Final Stand”. Diversi ancora sono poi i brani caratterizzati da tempi più lenti e una vena di malinconia come la bellissima “Sorrow’s Sacrifice” (la nostra preferita sull’album), che si mostrano in grado di coniugare in maniera atipica input provenienti da metal classico o del progressive, il tutto senza mai dimenticarsi della melodia, vero punto di forza del combo australiano. Da tutto l’ascolto di “Liberator” emerge in definitiva un senso di ricerca che contribuisce a definire una personalità meno scontata di quanto ci aspettassimo, e questo aspetto lo elenchiamo sicuramente tra i punti a favore, insieme alla buona preparazione strumentale e alla ottima performance vocale. Tra gli aspetti contro invece è necessario segnalare una forse non lunghissima longevità dell’album, che tende con ascolti multipli a farsi ascoltare solo in corrispondenza dei brani che piacciono di più, portando un po’ troppo la mano nelle vicinanze del tasto ‘skip’. Per il resto, l’impressione è che con questo secondo album i Divine Ascension si avvicinino sensibilmente alla soglia del prodotto buono ed originale: la scelta di avvicinarsi anche al sound di Vanishing Point, Borealis e Seventh Wonder piuttosto che a limitarsi solo a scimmiottare i Nightwish ha pagato in questo senso…

TRACKLIST

  1. Dawn Brings No Mercy
  2. Stronger
  3. Liberator
  4. My Contender Lies
  5. Sorrow’s Sacrifice
  6. Crystal Tears
  7. Machine
  8. Red Sky
  9. The Final Stand
  10. Hideaway
  11. Memoria’s Longing
1 commento
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