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- Band: DIVINE SOULS
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
I Divine Souls ci considerano degli idioti. Non può essere altrimenti, visto che questi cinque svedesi si presentano con un album che è un collage di riff e spunti copiati spudoratamente dai loro connazionali In Flames, spacciati per opera loro. Pensano forse che non sia evidente? Qui non c’è una sola nota che non sia già stata suonata dagli In Flames o dagli altri gruppi svedesi che vanno per la maggiore. Nel caso dei Divine Souls non si tratta di trarre ispirazione dai lavori altrui, ma di copiare tout court: questo lavoro è pieno zeppo di plagi belli e buoni! Con l’iniziale “Empty Words” vi sembrerà di ascoltare “Ordinary Story” degli In Flames, mentre la title track ad un certo punto si trasforma in “Scorn”, sempre degli In Flames, riproponendone la parte centrale in modo fedelissimo. Questo brano deve piacere molto alla band, perché anche nella successiva “Grief” ve ne è una citazione: gli inizi sono infatti identici. I plagi nei confronti della band di Jesper Stromblad non finiscono però qui, e il top si raggiunge verso la fine del disco: in “Divided”, al minuto 2.34, arriva a far bella mostra di sé il riff portante di “Bullet Ride” mentre, con “Last Season In Sin”, i nostri si lanciano nella riproposizione di “Only For The Weak”(ascoltate le melodie, sono identiche!). Cari Divine Souls, se proprio volevate copiare, non potevate farlo ‘coverizzando’ brani come “Everdying” o “Dead Eternity” anziché quelli succitati (che non sono certo il massimo, anzi…)? In questo modo il mio giudizio non sarebbe certo cambiato, ma almeno mi sareste stati un po’ più simpatici! Scherzi a parte: la band, pur non conoscendo nemmeno lontanamente il significato della parola ‘personalità’, è sicuramente in grado di costruire dei brani in modo dignitoso (episodi come “Simply Shattered” non sono neanche malaccio) ma certe cose, per quanto mi riguarda, sono inammissibili.