7.0
- Band: DIVINITY
- Durata: 00:24:01
- Disponibile dal: 01/02/2016
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Avevamo lasciato i canadesi Divinity al 2009 quando avevano dato alle stampe “The Singularity”, un album decisamente piacevole e ben riuscito nel suo genere: il melodic death/thrash metal. Da allora, purtroppo, un buco nero, loro sono usciti dal circuito della distribuzione più massiccia come quella che può dare un’etichetta come Nuclear Blast prima e la Candlelight in un secondo momento, per contro ci siamo persi un EP uscito nel 2013, il primo capitolo di due EP dal nome “The Immortalist”. Ma è un vero piacere ritrovarli oggi, a diversi anni di distanza, senza nessuna major alle spalle, ma con lo stesso immutato entusiasmo che ci aveva ben impressionato ai tempi dell’ultimo full-length. Le sonorità non sono cambiate di molto rispetto a quando li avevamo conosciuti: una validissima alternativa a gruppi quali Darkane o Soilwork; peraltro lo stesso Björn “Speed” Strid (vocalist dei Soilwork) ha prestato la sua voce nel brano “DMT”, una canzone che in effetti è la più tradizionale e figlia di quel sound melodico che ha reso celebre la band svedese e non solo. Gli altri tre episodi sono un bel connubio dinamico di aggressività in salsa groove thrash e melodic death metal. Dobbiamo dire che al termine dei quattro brani, e dei quasi venticinque minuti di musica, non si rimane assolutamente con un senso di incompletezza, questo perchè essi sono tutti piuttosto articolati e, in qualche modo, anche ostici da affrontare data la loro complessità strutturale, i numerosi cambi di tempo e richiami melodici che di tanto in tanto ricompaiono a mo’ di interferenza. Si percepisce saltuariamente anche un’indole schizofrenica che ci ha portato alla mente gli Strapping Young Lad del periodo “Alien”, quelli probabilmente più melodici e accessibili a un pubblico più esteso. “Momentum” è forse il brano più riuscito del lotto di canzoni proposte in questo EP, grazie alle sue numerose digressioni, una canzone per la quale forse scomoderemmo persino il termine progressive. Insomma, ritrovare questo gruppo a distanza di qualche anno ci ha fatto decisamente piacere, ma più di tutto è bello constatarne ancora un sorprendente stato di forma.