6.0
- Band: DIVISION SPEED
- Durata: 00:45:41
- Disponibile dal: 25/09/2015
- Etichetta:
- High Roller Records
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Nella sua onorevolissima opera di valorizzazione dell’underground la High Roller, mediamente, pubblica dischi di buon valore, in alcuni casi veri gioielli. Nel caso dei tedeschi Division Speed, agguerrito combo thrash metal in attività dal 2007, siamo di fronte al tipico disco di genere, buono a rimpolpare le collezioni degli appassionati di tutto ciò che sia smodatamente veloce, selvaggio ed emani orgoglio metallico in ogni dettaglio. Ci vuole poco a capire a quali influssi siano stati sottoposti fin dall’età adolescenziale i quattro musicisti all’opera: un’ampia panoramica dell’extreme thrash e dello speed metal fioriti su ambo i lati dell’Atlantico negli anni ’80, con un occhio di riguardo per l’autoctona scena teutonica e gli Exciter. In misura minore, i Nostri hanno introiettato le cavalcate metalliche del power delle loro terre, oltre a rimasugli di suono inglese ed americano. Fin qui nulla di male. Peccato che le capacità di rielaborazione siano modeste e ne abbiamo prova già in apertura con “Panzerkommando”; chitarre tesissime e sferraglianti si prendono la scena, accompagnate nell’opera distruttiva da una batteria essenziale e ben disposta alla rapidità e un cantato sgraziato, lambente il growl. Primi Destruction e Slayer sono dietro l’angolo, il brano arriva a trapassare lo stomaco come una pallottola sparata da un fucile della prima guerra mondiale – vicenda a cui si riferiscono piuttosto rozzamente copertina e testi – senza che si proceda ad apportare grossi abbellimenti a una traccia scritta e suonata col solo intento di far scapocciare il prossimo. Intrattenimento, ecco qual è la missione dei Division Speed, perché questo esordio omonimo è comunque un disco ‘simpatico’, di quelli buoni per un tragitto in macchina medio-breve, dove non si ha voglia di concentrarsi granché su quanto si sta sentendo, ma soltanto farsi investire da schitarrate furibonde, rigurgiti di bellicosità primordiale e semplici inni da intonare sguaiatamente. Paradossalmente, una proposta tanto scontata e lineare si fa meglio apprezzare dopo qualche ascolto; al principio, l’uniformità di fondo induce un certo sconforto, sembra tutto alquanto scontato e informe. Passando in rassegna i vari episodi della tracklist, ci si lascia prendere dagli stacchi hard rock e classic metal che infiocchettano le tracce più divertenti del platter: “Rule Britannia”, ad esempio, ritagliando qualche passaggio mosh nel diluvio percussivo denota un grado di incisività percettibilmente maggiore di buona parte della tracklist. Stessa cosa si può dire per i duelli chitarristici mozzafiato di “Blazing Heat”, o per l’apertura rock’n’roll-style di “Sturmbatallion”, episodi che alzano l’asticella delle ambizioni musicali, affidandosi però anche in questo caso, per molti tratti, al rassicurante canovaccio di esagitazione alla primi Kreator. Disordine e indisciplina conducono a una piacevole propensione al caos, le connessioni fra passaggi relativamente ragionati e quelli, dilaganti a macchia d’olio, feroci e rapidissimi, avvengono come se improvvisamente si accendesse un interruttore nella testa dei musicisti e si decidesse di pestare duro così, all’improvviso, per un’urgenza impellente scatenatasi in pochi attimi. Impulsività che nei momenti migliori ricorda glorie sotterranee del calibro degli Hallows Eve, ma in quel caso le canzoni avevano ben altro lignaggio. Se ci si vuole accontentare di un carico di sane legnate, “Division Speed” può anche bastare; per del thrash veramente intenso ed esaltante, meglio rivolgersi a qualcun altro.