7.5
- Band: DJEVEL
- Durata: 00:45:53
- Disponibile dal: 15/11/2024
- Etichetta:
- Aftermath Music
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Più passano gli anni e più i Djevel stanno diventando i portabandiera del black metal di stampo tipicamente norvegese.
Dopo una serie imperdibile di album di un certo spessore, la scia delle release di alto livello targate Djevel prosegue con il nuovo e nono full-length, intitolato “Natt Til Ende”.
Ed è proprio la notte, ‘natt’ in norvegese, appunto, a guidarci attraverso i mille volti affascinanti di questa release dal pathos incredibile: un viaggio nelle tenebre sempiterne che inizia con un brano emozionante come “Bespottelsen”, dove un riffing iniziale figlio della miglior scuola black metal norvegese, dai Gorgoroth agli Immortal e ai Mayhem, lascia il posto ad uno di quei passaggi evocativi della tradizione black metal nordica anni ‘90 in senso più ampio, dove i synth hanno una parte sinistra fondamentale senza risultare per forza di cose eccessivamente sinfonici, come quelli di “Anthems To The Welkin At Dusk” degli Emperor o di “Vikingligr Verdi” degli Enslaved.
La calata del buio vista dai Djevel è davvero affascinante, e questo album rappresenta l’ultima parte di una trilogia che pone fine ad ogni speranza di luce, di un Dio, del cristianesimo. L’inizio della trilogia “Tanker Som Rir Natten” aveva il compito di gettare l’oscurità sul creato, mentre il secondo capitolo celebrava l’apoteosi della notte e della sua vittoria sulla luce “Naa Skrider Natten Sort” grazie ad un black metal che metteva in risalto nero su bianco le influenze sinfoniche ed epiche dei Djevel. Come ultima parte della trilogia, il terzo capitolo è forse quello più monolitico e coeso perchè ha il compito di far soccombere sotto al suo peso tutto ciò che si ribella alle tenebre, pertanto non c’è spazio per sbilanciare a favore delle influenze il sound black metal come fatto nei capitoli precedenti.
La notte è dipinta ad arte da questo trio tra le cui fila, ricordiamolo, c’è anche un certo Faust alla batteria (ex Emperor).
L’artiglio del diavolo è ancora più tagliente nella traccia “En Vinter Efter Kommer”, dove ad un black metal graffiante si affianca un passaggio metal folk dal sapore epico. La vera magia dei nostri è proprio quella di far rivivere uno spirito epico black metal ormai assopito, riuscendo a riesumare ricordi che riconducono a Isengard, Ulver o anche ai Satyricon dell’epoca “The Shadowthrone”.
Unico appunto da fare, stavolta, è che la parte finale dell’album risulta un po’ sottotono rispetto a quella iniziale e fa emozionare un po’ meno, ma ciò non intacca il valore di questa release.
Ad esempio, la title-track posta a conclusione dell’album, successiva alla strumentale ed atmosferica “I Skovaandsvafn”, è anch’essa figlia della tradizione che si rifà ad Enslaved ed Emperor della prima ora, ma il suo minutaggio eccessivo (quasi un quarto d’ora) la rende troppo dispersiva e con il lento trascorrere dei minuti si perde un po’ anche il mood notturno che inizialmente avvolgeva il brano. In ogni caso, da diversi anni, ormai, i Djevel dovrebbero rappresentare un must per tutti gli amanti del black metal made in Norway, anche perchè i custodi di questa gloriosa tradizione purtroppo, complice anche il trascorrere inesorabile degli anni, si contano sulle dita di una mano.