DJEVEL – Ormer Til Armer, Maane Til Hode

Pubblicato il 24/12/2019 da
voto
8.0
  • Band: DJEVEL
  • Durata: 00:55:49
  • Disponibile dal: 18/10/2019
  • Etichetta:
  • Aftermath Music

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Questa è la volta buona, decisamente. Lo si capisce dal primo riff e dai primi secondi, da quel gelido groove che anche il black metal sa e sapeva creare in principio, specialmente se la terra d’origine era quella dei fiordi. I Djevel, sebbene non appartengano ai pionieri del genere, sono un gruppo DOCG essendo in giro già da un decennio. Nella formazione ci sono Mannevond dei Koldbrann (bravo su quest’album anche come cantante e non solo come bassista) e Trond Ciekals, che militò nei Ljå (con il nickname di Darktrond), due band interessanti dell’underground black metal norvegese della seconda generazione. Ma c’è anche un componente della vecchia guardia, uno che è divenuto ‘immortale’ per aver suonato sul capolavoro “In The Nightside Eclipse”, ovvero Faust. L’opener “Ormer Til Armer, Maane Til Hode”, oppure “Den Gang Jeg Banket Paa Helvedes Tunge Doer”, ci mostrano una band in salute, che in carriera non ha sbagliato un colpo e che anzi, a ridosso del 2020, è capace di offrire ancora black metal norvegese di prima qualità. I Djevel sembrano aver imparato dai conterranei Taake il modo di creare brani intensi per velocità ed atmosfera, che non perdono di energia nemmeno per un secondo marciando lineari e rapidi con una facilità innata. Non tutti i brani sono uguali: prendiamo ad esempio gli ottimi “Dreb Dem Alle, Herren Vil Gjenkjenne Sine” e “Ved Hildr’s Haand For Hel”. Il primo riprende un tipo di riff che andava molto in voga tra i gruppi norvegesi nella prima metà degli Anni ’90, ovvero piuttosto melodico e assai cadenzato fin a sembrare quasi sbarazzino, ma in realtà queste sono parti cariche di energia; un’energia che viene sprigionata con forza all’esterno dopo esser stata pressata ed incanalata per minuti e minuti in ritmi frenetici. Il secondo dei due brani, invece, ha anch’esso un sapore degli anni che furono, ma qui il riffing è di quelli taglienti e solo in piccola percentuale presenta una melodia. Di puro impatto sono i rari stacchi ed i rallentamenti dove il main riff esplode in tutta la sua forza. A dare la giusta energia alla release ci pensa poi un’ottima produzione, con tutti gli strumenti in evidenza ed amalgamati con il giusto equilibrio. Il bello dei Djevel è che restano black metal al 100% in tutto e per tutto, il riffing non ‘ripiega’ mai sul thrash o death metal, rimane ‘puro’ e questa cosa non è facile da mantenere nel 2019. Le atmosfere magiche delle foreste innevate al chiaro di luna, in stile primi Ulver (e chi più ne ha più ne metta) non mancano in questa opera emozionante: “Det Eders Herre Lover Er Mer Enn Hva Mennisket Taaler” è evocativa quanto basta a disegnare scenari da brividi e dal sapore antico se non persino epico. Certo, qualcosa vi saprà come di già sentito, ma sono quei passaggi musicali che paghereste oro per ascoltare e riascoltare in molti dei dischi che escono in questi anni. La giusta dose di atmosfera vera e nordica la troverete anche nella parte finale del lavoro, con la magica “Over Svarte Skriigende Skoger”, in cui per un attimo il vostro animo malinconico potrebbe ripensare ad un istante persino ad una band come i Kvist. Cosa altro dire, se non che stavolta il Diavolo (Djevel) norvegese ha sfoderato tutto il suo fascino irresistibile ed ha indossato il manto nero del black metal. Il disco si conclude alla grande con una ultima parte ispirata e di tutto rispetto, nata anch’essa immancabilmente dai fiordi degli inferi. Album da non perdere.

TRACKLIST

  1. Ormer Til Armer, Maane Til Hode
  2. Et Menniskes Hele Korpus Og Legeme
  3. Den Gang Jeg Banket Paa Helvedes Tunge Doer
  4. Dreb Dem Alle, Herren Vil Gjenkjenne Sine
  5. Ved Hildr's Haand For Hel
  6. Det Eders Herre Lover Er Mer Enn Hva Mennisket Taaler
  7. Over Svarte Skriigende Skoger
  8. Illoyegd Foedt Som Satans Barn, Paa Ferd Uden Spor Af Menneskeverd
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