7.0
- Band: DOLDREY
- Durata: 00:20:14
- Disponibile dal: 02/08/2024
- Etichetta:
- Pulverised Records
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I Doldrey hanno ragione nell’autodefinirsi deathpunk. Il gruppo di Singapore sembra in effetti attingere tanto dal mondo death metal quanto da quello punk, combinando il macabro e il ribelle in un’esperienza musicale intensa e tutto sommato piuttosto ricca di sfumature.
In questo nuovo EP intitolato “Only Death Is Eternal”, il suono dei ragazzi è caratterizzato da un’inconfondibile grana grezza, accentuata dall’uso costante del pedale HM-2; dietro a questa facciata di ignoranza e oltranzismo, la musica del quartetto si distingue però per la sua dinamica accattivante, con canzoni che si spostano fluidamente tra ritmi e registri diversi, alternando accelerazioni e parentesi più groovy e poderose. Questo approccio permette al quartetto di creare un interessante effetto di saliscendi, mantenendo l’ascoltatore costantemente coinvolto. La capacità della band di cambiare direzione senza perdere la coesione, con note che sembrano sempre dipinte in bianco e nero, è a tutti gli effetti uno dei punti di forza di “Only…”: l’approccio sfrontato di matrice punk si traduce in canzoni che non hanno paura di muoversi verso vari indirizzi, partendo da una base in cui le influenze degli Autopsy sono evidenti, per arrivare poi a un’irruenza che può ricordare realtà dalla simile indole metalpunk come Mammoth Grinder, Bombs Of Hades o Black Breath, anche se, a dire il vero, la contagiosa orecchiabilità di questi ultimi qui viene solo sfiorata. Pezzi come “Societal Machine” o “Keres”, comunque, vantano un concatenamento di riff veramente agile, regalando emozioni tanto nel corso di un ascolto attento – in cui andare alla scoperta delle varie sfumature – quanto paradossalmente nel corso di una fruizione più distratta, mentre si è intenti ad altro.
In generale, “Only Death Is Eternal” è dunque un EP solido, che si dimostra come un ponte efficace tra il debutto del 2022, “Celestial Deconstruction”, e il prossimo full-length della band. I Doldrey non tradiscono le proprie radici, ma al contempo affinano il songwriting, dimostrando in questa dichiarazione di intenti di cinque tracce per venti minuti di avere una visione chiara di dove condurre la propria musica.