5.0
- Band: DOMAIN
- Durata: 01:01:41
- Disponibile dal: 15/09/2003
- Etichetta:
- Point Music
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La band tedesca è attiva sin dal lontano 1986 nel panorama musicale e, dopo “Crack The Wall” uscito nel 1991, è rimasta inattiva per dieci anni prima di tornare a calcare le scene nel 2001 con “One Million Lightyears From Home”, e l’anno seguente con “The Artefact”. Questo disco dimostra che la band è sì prolifica, ma che dovrebbe pur prendersi un break per sfornare un ottimo disco. Purtroppo, la qualità globale del platter è mediocre, anche se l’opener “World Gone Crazy” ci fa ben sperare, dato che è un roccioso mid tempo dotato di un refrain accattivante, interpretato con grinta dal bravo Carsten Schulz. Piacevole è la seguente “Your Favourite Curse”, con il riffing che richiama le stelle dell’heavy metal, come Judas Priest e Iron Maiden, ammorbidito da inserti di tastiere, che rendono la canzone più corposa. Peccato perché “King’s Tears” sotterra la qualità del disco, trattasi infatti della classica song che richiama l’happy metal più becero, mortificata dal ritornello pacchiano e scontato. “One Perfect Moment” è una ballad soporifera e tediosa, costruita su semplici fraseggi di tastiere, dove si staglia la voce malinconica del singer, che anticipa il ritornello che sa troppo di già sentito. Spiragli di metal neoclassico appaiono con “Burning Red”, discreta speed song che richiama i maestri Rainbow e Malmsteen. La band in seguito sciorina una serie di canzoni che risultano ben fatte, ben prodotte, ma che risultano troppo insipide e peccano di un elemento importantissimo, ossia il feeling.”Rats In The Cellar”degli Aerosmith, chiaramente metallizata a dovere, chiude un disco che, pur avendo delle buone idee di base, risulta troppo poco ispirato, forse a causa della mancanza di originalità e di trame ormai abusate nel nostro genere musicale preferito. Passate oltre.