6.0
- Band: DOMINATION BLACK
- Durata: 00:47:05
- Disponibile dal: 17/07/2020
- Etichetta:
- Pride & Joy Music
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Giunti al quarto album, i finlandesi Domination Black proseguono con la proposta di un metal melodico ed energico: un power metal che prova ad amalgamare le tipiche tendenze della ‘scuola finlandese’ (specialmente i primi Sonata Arctica e gli ultimi Stratovarius, ma anche i Battle Beast e i Beast In Black) con sonorità più heavy e ruvide, il tutto sorretto da una produzione molto moderna tutta tesa a sottolineare gli aspetti più aggressivi del songwriting.
Così “Judgement IV” si presenta come un disco decisamente variegato, dove convivono in un equilibrio non sempre troppo solido riff granitici e aperture melodiche estremamente ‘catchy’, con arrangiamenti dove si offre spazio a diverse buone intuizioni (non sempre riscontrabili all’interno del genere). L’opener “The Judgement” e la seguente “Obsession” rappresentano molto bene il mood compositivo del combo finlandese, dove un riffing quasi metalcore, delle buone linee vocali poco aggraziate e old-school e dei ritornelli orecchiabili creano brani tutto sommato godibili e a loro modo interessanti.
Il procedere dell’ascolto rende però evidenti le forse eccessive influenze che vengono quasi costrette a un dialogo compositivo: si presentano infatti brani molto tastieristici dai suoni ottantiani che rimandano direttamente al magistero di Edguy e Avantasia (“Center Of The Universe”, in parte “Empire Of Lunacy”) e pezzi di puro metal sinfonico (“Beyond The Shadows”, dove appaiono anche momenti del tutto devoti agli ultimi Judas Priest), così come canzoni più classicamente vicine al power più canonico (“VAT”, “Master Of Deception”) e altre che tentano di congiungersi alle peculiari sonorità degli Helloween di “The Dark Ride” o dei primi Masterplan (“This Endless Fall” e la conclusiva “In The Abyss”).
Le versatilità del cantante Matias Palm si presta piuttosto bene a tutti questi smottamenti che fanno muovere l’album da un sound all’altro, e in linea di massima permangono fissi anche alcuni elementi di riconoscibilità – specialmente nella gestione delle parti strumentali, dove le chitarre e le tastiere dialogano in modo assolutamente efficace, fino a generare partiture di ottima fattura come in “Though The World Perish”. Il risultato finale, però, restituisce la sensazione di aver ascoltato del buon materiale, ma ancora disorganizzato: buoni spunti (a volte ottimi) vaganti, non consolidati in un sound strutturato e consapevole. Dunque “Judgement IV” è un album senza dubbio valido, eseguito molto bene, ma troppo scomposto e mai in grado di incidere davvero, perché troppo debitore delle numerose influenze – le quali hanno finito per sopraffare l’identità latente dei Domination Black: identità che ancora fatica a profilarsi nitidamente anche al quarto lavoro in studio.