6.0
- Band: DOMINICI
- Durata: 00:54:32
- Disponibile dal: 26/02/2007
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Correva l’anno 1989 quando sul mercato discografico usciva “When Dream And Day Unite” disco non memorabile ma con il merito di dar inizio alla carriera di una delle band più influenti ed importanti della scena heavy metal attuale. Stiamo parlando dei Dream Theater, e diciamo tutto ciò perché dietro il microfono di quella band promettente c’era Charlie Dominici, protagonista del disco che stiamo per recensire. Il singer statunitense, come evidenziato nel monicker, è l’unico responsabile del songwriting di “O 3”, seconda parte di un thriller moderno di cui abbiamo assaporato il primo capitolo un paio di anni fa. L’opener “The Monster” apre le danze confondendo un po’ le idee con i suoi otto minuti e mezzo di progressive strumentale che chiama in causa proprio i Dream Theater, e ci regala qualche emozione nel suggestivo break di tastiera. Già dalla seconda traccia però il sound dei Dominici cambia pelle assumendo caratteri molto più metallici: riff pesanti di matrice classica, aperture sinfoniche e vocals evocative rendono il sopravvento relegando la componente progressive ad alcuni passaggi intricati o alla sezione iper-tecnica dedicata agli assoli. Queste peculiarità rischiano di rendere i brani scontati, “The Cop” o “Captured” rientrano in questa categoria, mentre le cose migliorano sensibilmente con “The Calling” che richiama i Symphony X più sinfonici di “V”. Il problema di “O 3” è che, scorrendo i brani di cui è composto, si rimane affascinati da più di un frangente ma quasi mai dalla canzone intera; saranno le linee vocali non eccelse, le fughe strumentali troppo esibizioniste o la scontatezza di qualche riff, fatto sta che questa seconda parte di concept della band, singer a parte, italo-svizzera, s’inceppa troppo spesso. La sufficienza c’è, ma Charlie Dominici verrà ricordato per altro.