7.5
- Band: DOMMIN
- Durata: 00:44:04
- Disponibile dal: 29/01/2010
- Etichetta: Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Un debutto coi fiocchi quello dei Dommin, arrivato sottovoce, come può suggerire la struggente proposta musicale della formazione, figlia della passione smisurata del leader Kristofer, che ha levigato per anni la sua creatura nutrendola sino a questo parto scintillante sulla sempre più potente Roadrunner Records. Pochi dischi possono vantare una serie di influenze manifeste ma rielaborate con perizia e gusto in proposta esclusiva: i Dommin invece riescono a fondere i Type O Negative più immediati, il romanticismo sfrenato degli HIM, la sfacciata familiarità con le leggende di Elvis, Doors e Sinatra, le fredde melodie dei Depeche Mode e il suono maledetto di Danzig. Tutto questo, incredibilmente, con un tocco personale, di sicuro il pregio più grande di questa formazione. Parlando dell’album è impressionante la varietà della proposta musicale e della maturazione artistica raggiunta al debutto discografico da musicisti relativamente giovani, caratterizzata da brani immediatamente assimilabili, levigati in maniera sapiente e tinti in romanticismo dark e rock gotico e decadente (“Tonight”), tocchi new wave (“Making The Most” e “Honesty”) e sofferta emotività (“I Still Lost”). Le perle del disco sono di sicuro lo strabiliante singolo “My Hearts, Your Hands”, che evoca il miglior Keith Caputo, la disperatamente romantica title track e lo spiazzante cabaret dark di “Dark Carnival”, che sfiora lo swing in una cornice adatta alle fiabe di Tim Burton. Protagoniste indiscusse le tastiere, varie ed eleganti, e la calda voce di Kristofer, che sa essere profonda, suadente, evocativa ma anche versatile e intrigante nella sua estensione e nelle citazioni dei grandi interpreti di cui abbiamo già citato le band. Melodici e immediati ma di una inaspettata profondità, con “Love Is Gone” i Dommin ipotecano un futuro radioso con un debutto eccellente, che saprà sedurre un pubblico trasversale con le molteplici citazioni in un contesto organico e funzionale, con varietà, intensità e qualità. ‘Il suono dei cuori infranti’ sembra una definizione inconcludente e banale, ma calza a pennello. Da non sottovalutare.