7.5
- Band: DONOTS
- Durata: 00:57:48
- Disponibile dal: 26/03/2011
- Etichetta:
- Chorus Of One Records
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Ne è passata di acqua sotto i ponti – o di birra nei boccali, vista la provenienza dalle lande teutoniche – da quando i Donots se la giocavano alla pari, almeno sul suolo germanico e nipponico, con i grandi nomi del pop-punk e punk-rock quali Blink-182, Green Day, No Use For a Name e Millencolin. Quindici anni e otto album dopo, ritroviamo i nostri con un nuovo disco – “The Long Way Home”, uscito originariamente nel 2010 ed ora ristampato dalla Chorus of One con l’aggiunta di ben sei bonus tracks, tra cui i singoli del precedente “Coma Chamaleon” – a sancire la definitiva maturazione dei cinque tedeschi. Della band scanzonata e cazzona di dieci anni fa resta giusto qualche scoria negli episodi più punk-rock del disco (“High and dry”, “Headphones”, “Make Believe”, “Who You Are”), ma per il resto la pelle dei nostri sembra mutata verso sonorità malinconiche in bilico tra la new-wave, l’indie-rock e il brit pop. Come madeleine di Curiana memoria, canzoni quali “Changes, “Forever Ends Today”, “Hello Knife”, “Stop The Clocks” entrano subito in testa e, quale che sia lo stato d’animo di partenza, stampano un sorriso formato A4; stesso destino per il singolone “Calling” e la marcetta di “Dead Man Walking”, due pezzi in cui emerge tutta la cura riposta dai nostri negli arrangiamenti, ma anche gli episodi più acustici come “Let It Go”, parente stretta di “Iris” dei Goo Goo Dolls, e “The Years Gone By”, ballata acustica dal sapore nostalgico fin dal titolo, mettono in mostra una band ormai matura. Quella stessa maturazione che, in tempi più o meno recenti, ha accompagnato tutte le band citate finora, con risultati però il più delle volte meno brillanti rispetto a quelli raggiunti dal quintetto di Ibbenbüren. Onore quindi ai Donots, oggi più che mai capaci di farci sentire i fuochi d’artificio e le farfalle nello stomaco con la loro musica.