8.0
- Band: DOPE STARS INC.
- Durata: 00:27:09
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Una volta tanto, finalmente, ci si trova di fronte a delle notepromozionali, seppur comunque enfatizzate a dovere, che corrispondono averità e descrivono in maniera perfetta il sound e l’attitudine chesono alla base di un progetto. E’ il caso di quanto troviamo scrittonell’allegato al primo demo dei Dope Stars Inc., formazione capitolinaancor giovane ma che già sembra avere tutte le carte in regola perambire ad un contratto discografico e alla pubblicazione di lavorisulla lunga distanza: ebbene, tali note descrivono questo “10000 WattsOf Artificial Pleasures” come un “devastante melting-pot di sonoritàindustrial, decadenza gotica, chitarre taglienti in puro stilerock’n’roll, melodie pop, attitudine irriverente simil-punk e pulsionidi deriva pesantemente techno”. Ed è esattamente così, in quanto lascarsa mezz’oretta di musica contenuta in questo brillante demo cipropone un viaggio altamente adrenalinico, un trip a velocitàsostenute, che non può mancare di coinvolgere, sebbene non si tratticerto di musica adatta ai metallari più ortodossi e puri. Già, inquanto i campionamenti, gli effetti, la drum-machine e i beatelettronici (quasi tutti ad opera del misterioso Grace Khold) sonoparte essenziale del suono dei Dope Stars Inc., senza i quali lastruttura musicale del combo sarebbe totalmente priva di fondamenta, ene rappresentano addirittura la caratteristica più piacevole etrascinante. Le prime quattro track, fra le quali porrei in evidenza latitle-track e l’esplosiva “Self Destructive Corp.” (un ritornello dellamiseria, ragazzi!), sono infatti delle poderose cavalcate di metallocyber-punk che fanno sbattere su e giù la testa, come se stessimoascoltando i Motorhead più abrasivi, nonostante il celeberrimo“tunz-tunz” riesca spesso a prendere il sopravvento sulle ritmiche dichitarra; le vocals costantemente filtrate di Victor Love, anchechitarrista, nonché attivo già con i goth-metaller My Sixth Shadow,servono a rendere ancora più estraneo, robotico e aggressivo il lavoroqui recensito, anche se il sottoscritto sarebbe davvero curioso diascoltare i pezzi qui presenti interpretati in versione growl…Chiudonoil disco l’ottima riproposizione della famosa “Shock To The System” diBilly Idol, davvero ben riuscita, e la più pacata “Generation Plastic”,leggermente deludente, in quanto forse placa troppo presto gli animiormai surriscaldati dalle tracce precedenti. Il look curatissimo, ametà strada tra le deviazioni androgine à la Marilyn Manson e ilvampirismo d’assalto dei Cradle Of Filth, è ulteriore dimostrazione dicome la band sia prontissima per compiere il “grande salto”. Per cui,fan del Reverendo, darkettoni elettronici, sfrenati cultoridell’eccesso e, più in generale, open-minded people, avvicinatevi senzatitubanze ai Dope Stars Inc.! Sapranno certamente come risvegliare ivostri istinti più reconditi…Contagiosi come pochi! Go Dope!