7.0
- Band: DOPETHRONE
- Durata: 00:36:18
- Disponibile dal: 25/05/2018
- Etichetta:
- Totem Cat Records
Spotify:
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Riecco i nipotini canadesi degli Electric Wizard, sempre fedeli alla linea e non certo votati a sbalordirci, ma in fondo va bene così. All’alba del loro quinto full length, la cifra stilistica resta appunto sempre quella; un occhio strizzato prepotentemente alla band di Jus Oborn, con però l’immediatezza ignorante che caratterizza la frangia più disperata dello sludge (pensiamo in particolare ai loro quasi omonimi Dopelord). Ecco quindi i loro attacchi fulminanti di tre/quattro minuti di durata (anche se la conclusiva “Miserabilist” sfiora i sette, praticamente una suite) in cui il basso di Vyk ci rivolta le budella quasi ininterrottamente e su tutto si staglia la voce malata di Vincent Houde, bravissimo a lacerare il rifferama ossessivo con le sue linee spicce, evocative e a tratti vomitate. Che a questo giro citano, omaggiano (e forse beffeggiano simpaticamente) altri mostri sacri come i Black Sabbath in un paio di brani – “Wrong Sabbath”, decisamente cadenzata e doom, o “Snort Dagger”, dietro le cui fumose distorsioni è facile vedere una versione malata e aggiornata di “Snowblind”, almeno dal punto di vista lirico. “Transcanadian Anger” è, insomma, dietro il gioco di parole che si rifà ai Darkthrone (e via con il citazionismo più spinto), una summa piacevole di tutto quello che i Dopethrone sono stati, sono e sempre saranno: degli inscalfibili alfieri dello sludge in ogni sua declinazione, anche se questa definizione potrebbe far sorridere e pensare a quando i Blues Brothers arrivano al Bob’s Country Burger, il cui proprietario si vanta di poter offrire “tutt’e due i generi”. Ma se la sicurezza vi piace, potrete serenamente fare headbanging con la trascinante “Killdozer” o darvi a droghe psicotrope e ritmiche più oscillanti con “Scuzzgasm” nel giro di pochi minuti in tranquillità.