7.0
- Band: DORMANT ORDEAL
- Durata: 00:42:15
- Disponibile dal: 17/03/2013
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Enigmatico a partire dalla copertina dai caratteri squisitamente autunnali e decadenti, il primo full-length dei polacchi Dormant Ordeal è uno di quei classici dischi “viaggianti” che, partendo da una solida base estrema (death metal, in questo caso), intendono trascinare gli ascoltatori in un gorgo di atmosfere ipnotiche e stranianti, tratteggiando scenari dal flavour post-apocalittico che non stonerebbero in un ipotetico sequel de “La Strada” di Cormac McCarthy (volendo fare un paragone letterario/cinematografico). Una tracklist di dodici episodi, aperta e conclusa dalle strumentali “Depopulation Of Io”/“Depopulation Of Earth” – costruite su un’intelaiatura di soundscape soffusi ed angoscianti – ed irrimediabilmente legata ai Decapitated di “Organic Hallucinosis”, in un susseguirsi di ritmi sincopati, stridii di chitarre ed assalti cyber-metal mutuati dai Meshuggah di “Destroy Erase Improve” e “Chaosphere”. Scendendo nel dettaglio, non possiamo fare a meno sottolineare le prove strumentali dei Nostri, in particolare del batterista (nonché membro fondatore) Radek Kowal e del cantante/chitarrista Maciej Niescioruk, autore dietro al microfono di una performance sontuosa per potenza ed espressività, che rifuggono tecnicismi ed avvitamenti fini a se stessi in favore di un approccio decisamente snello ed in-your-face, come dimostrato dalle ottime “The Sinless”/“Unimagined, Unwritten, Unseen” e dalle autentiche perle del platter “The Animal”/“Here Be Lions”, lente, evocative e non molto distanti dagli Hate degli ultimi tre dischi. Insomma, non fosse stato per un paio di episodi maggiormente ordinari e – ahinoi – ridondanti, staremmo parlando di questo “It Rains, It Pours” come di un autentico gioiellino di death metal futurista e roboante (autoprodotto dalla band stessa). A questo giro tocca accontentarsi, comunque, sicuri di essere di fronte ad una realtà dai margini di miglioramento enormi. Non li perderemo di vista.