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- Band: DORO
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Audioglobe
La leggenda tedesca dell’hard rock mondiale torna a farsi sentire a due anni dall’uscita del precedente lavoro “Calling The Wild”, album che aveva avuto un discreto successo. Da vent’anni sulla cresta dell’onda, Doro Pesch è una delle già poche voci femminili sopravvissute all’epoca d’oro degli anni 80 che ha conosciuto la fama con i leggendari Warlock, e perdurato da solista durante tutti gli anni 90 passando da etichetta ad etichetta e segnando sempre un certo successo di vendita. Chi crede che questa ‘signora’ campi sul proprio nome non ne ha mai ascoltato un album, sempre all’altezza della sua reputazione con partecipazioni ad altissimo livello… e questa ultima release non tradisce le aspettative. A differenza di “Calling” quest’album è più ruvido e d’impatto, condito di chicche davvero interessanti: la title track e opener, registrata per la boxer tedesca Regina Halmich che la usa da accompagnamento al ring, è una dimostrazione di quanto ancora la voce della brava Doro possa essere graffiante ed ispirata; un pezzo che mi è piaciuto davvero, inoltre, è “Legens Never Die”, una ottima ballad scritta da Gene Simmons (Kiss) che mi ha riportato indietro di 15 anni. E se per la prima volta Doro si cimenta con la lingua spagnola in “Salvaje” con Chris Caffery (Savatage) alla chitarra, non poteva mancare anche una track in tedesco, “Hoffnung”. Pezzo, invece, che non mi sarei mai aspettato di ascoltare in un album di Doro è “Descent”, in cui la nostra si cimenta in un duetto con Pete Steele (Type O Negative) e che francamente mi ha lasciato interdetto: non che la canzone sia male, ma le due voci sono a mille anni luce di distanza l’una dall’altra… Un difetto, infine, che ho riscontrato in questo full-lenght è la ripetizione all’infinito di alcuni ritornelli che sembrano quasi un espediente per allungare il brodo. Sono sempre più dell’idea che Doro faccia ciò che le piace rifuggendo, per fortuna, dalle novità numetalliane, rischiando tuttavia di essere ripetitiva. D’altra parte, forse è proprio questo che vogliono i suoi fan.