7.0
- Band: DORO
- Durata: 01:21:35
- Disponibile dal: 17/08/2018
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Ci sono degli artisti che vivono con tale passione la propria dedizione all’heavy metal da diventarne una sorta di rappresentazione. Doro, la bionda Metal Queen, è una di queste persone: la sua musica, i suoi testi, certamente contengono tutti i cliché più classici del genere, tuttavia la sua determinazione e la sua genuinità trascendono i luoghi comuni e acquistano una credibilità che altri non potranno mai avere.
Con trentacinque anni di carriera alle spalle, dunque, Doro questa volta si concede il lusso di pubblicare un doppio album, per un totale di diciannove canzoni (venticinque, se si contano anche le bonus track). Non ci addentreremo in questa sede nella descrizione accurata dei pezzi, per la quale vi rimandiamo invece al nostro track by track; è però utile fare qualche considerazione, andando ad analizzare luci ed ombre di questo nuovo lavoro della cantante tedesca. Partiamo dagli aspetti positivi: la qualità media delle composizioni è piuttosto buona, con diversi pezzi di ottimo livello ed una genuina volontà di creare un album sfaccettato. L’obbiettivo viene in gran parte centrato, perché i due dischi che compongono “Forever Warriors Forever United” rappresentano una sorta di compendio dell’intera carriera di Doro. Troviamo degli anthem fatti apposta per essere cantati dal vivo (“All For Metal”); bordate in stile primi Warlock come “Bastardos”; melodie immediate e trascinanti (vedi ad esempio “Blood, Sweat And Rock ’N’ Roll” o “Love Is A Sin”); passaggi che pendono verso un hard rock robusto (“Heartbroken”, che vede la partecipazione di Doug Aldrich) ed atri più moderni, tipo “Fight Through The Fire”. Completano il tutto una selezione di ballad, delicate e sentite, ed una manciata di cover, come “Don’t Break My Heart Again” degli Whitesnake e “Lost In The Ozone” dei Motörhead e perfino “Caruso” di Lucio Dalla. Menzione d’onore, infine, per “Backstage To Heaven”, ottima composizione dai tratti americani, che ci ricorda i primi tempi solisti di Doro, e per “Living Life To The Fullest”, un sentito tributo a Lemmy scritto di getto subito dopo il suo funerale.
Se i punti di interesse non mancano, è anche vero che non tutto è perfettamente a fuoco in questo nuovo lavoro. La causa, come spesso accade, sta proprio nella scelta di un doppio CD: inevitabilmente su diciannove pezzi, qualcosa di superfluo c’è. Sopratutto tra i brani lenti, che tendono ad assomigliarsi un po’ troppo e finiscono per pesare eccessivamente sull’economia dell’album. Allo stesso modo, l’insistere costantemente sui temi cardine e i luoghi comuni del metal potrebbe far storcere qualche naso, nonostante la caratura di un personaggio come quello di Doro.
Un’ultima considerazione, infine, sul tema degli ospiti: ci sono tanti nomi in questo album, ma è anche vero che raramente la loro presenza sposta gli equilibri delle canzoni, limitandosi ad aggiungere quasi poco più di una nota di colore. Unica eccezione Johan Hegg degli Amon Amarth, che in “If I Can’t Have You – No One Will” contribuisce con il suo ringhiare a creare una strana anti-ballad, che parla di amore possessivo e minaccioso.
Pur con qualche imperfezione, comunque, “Forever Warriors Forever United” rappresenta la naturale prosecuzione della carriera di Doro e sicuramente i fan della cantante apprezzeranno la possibilità di assaporare tutte le sfumature del suo stile.