
6.5
- Band: DOROTHY
- Durata: 00:44:00
- Disponibile dal: 20/09/2013
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Nu-metal, underground e cantato in italiano: un trittico che, dai Kuadra ai Palkoscenico al Neon, tante soddisfazioni ha regalato di recente a chi scrive, al punto da farci avvicinare speranzosi a questo “Basta”, primo full-length autoprodotto per i Dorothy, formazione capitolina in attività da qualche anno e giunta finalmente all’esordio, dopo una serie di cambi di line-up sufficienti a riempire un paio di biografie. Nonostante le buone intenzioni – leggasi una genuina passione per le ritmiche saltellanti e una sana rabbia underground -, l’apertura, affidata a “Troppa Pressione”, non convince fino in fondo, per effetto di una produzione troppo impastata, in cui la voce viene letteralmente ‘sommersa’ dalla batteria, e di una lunghezza eccessiva della canzone. Va decisamente meglio con la successiva title track e con “Allen Ginsberg”, anche se le prime sorprese arrivano con “Dorothy”, al cui interno trova posto una citazione del Mago di Oz – la cui protagonista, per i più distratti, dà il nome alla band – e caratterizzata dalla presenza di assoli inediti tra i puristi del downtune. Superato il turpiloquio di “Strana Malattia”, apparentemente più utile a giustificare il bollino in copertina che una reale esigenza artistica, registriamo un finale in crescendo con “Set Me Free” e “Nuvole”, in cui ritroviamo tutti gli stilemi tipici del genere – intro con arpeggio a là Wes Borland, strofa condita da chitarroni / rap / scratch e ritornello aperto -, interpretati in modo esemplare dalla formazione capitolina. Nonostante qualche difetto di gioventù, ed una produzione non all’altezza degli standard del genere, l’opera prima del quintetto romano ci presenta una band dalle buone potenzialità.