6.5
- Band: DOWN FROM THE WOUND
- Durata: 00:50:16
- Disponibile dal: 04/02/2014
- Etichetta:
- Comatose Music
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Un po’ come quei morbi tremendi di cui si narra in certi b-movies, che certo forniscono loro una solida base iconografica, i Down From The Wound vengono dal sud est asiatico, ovvero dalle Isole Filippine. Il death metal racchiuso in questo “Violence And The Macabre” (secondo disco dopo un debutto intitolato “Agony Through Rituals Of Self Purification”) risulta di sincero impatto, quadrato e feroce, discretamente pregiato dal punto di vista strumentale anche se non particolarmente brillante da quello della fantasia, visto come rimane circoscritto in un’ottica classicamente americana, con soluzioni che pescano a piene mani dai repertori di gente come i Suffocation (di Doug Cerrito) e i Cannibal Corpse (ogni epoca: si possono sentire riff à la “The Bleeding” quanto à la “Kill”), senza mai perdere d’occhio ciò che la moderna scena estrema ha da offrire in termini di brutalità assoluta; noi non disprezziamo e, anzi, abbiamo la fortissima impressione che si tratti di un lavoro scritto da appassionati per appassionati. Tra riff a raffica e strutture abbastanza complesse (senza strafare o fare il verso a gruppi più dotati in questo senso), genuinamente inclini a suonarvele di santa ragione, i Down From The Wound sanno quando rallentare per imprimere quel quid in più d’interesse alle composizioni, innalzando il livello medio di groove e individuando il principale punto di forza di quest’album, tale che ad alcuni di voi potrebbe dare una certa soddisfazione: ascoltate il trittico centrale (da “Beyond The Depths Of Epidemic Abortion” a “Drowned In Unjustified Extinction”), secondo noi la vetta compositiva dell’opera, e diteci se non potete godervi un coacervo di inimmaginabili atrocità. Certo è che i limiti di un disco del genere sono piuttosto prevedibili e fanno tutti capo alla personalità: non che manchi, in generale, a questi ragazzi, ma di certo non è così sviluppata da generare quella scintilla – quell’azzardo! – che permette ad un gruppo di osare, magari rischiare, finendo per dire qualcosa di maggiormente differito dal solito oppure, semplicemente, di dare una caratterizzazione indipendente ad ogni brano; certo è anche, tuttavia, che si tratta di una band alla seconda pubblicazione e quindi, probabilmente, necessita di ulteriore tempo per riuscire a tratteggiarsi in maniera efficace rispetto al resto del tumultuoso sottobosco emergente. Il voto apposto in calce ha valenza generale, gli appassionati possono aggiungere mezzo punto senza troppi pensieri.