6.0
- Band: DOWNPOUR
- Durata: 00:37:30
- Disponibile dal: 07/09/2018
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Avete presente quei temporali estivi, che arrivano all’improvviso e altrettanto rapidamente spariscono? Ecco, l’esordio dei Downpour (acquazzone, appunto) ha questo stesso effetto, riportando dal nulla sulle scene Brian Fair, cantante degli indimenticati Shadows Fall, insieme al batterista Derek Kerswil (compagno di Brian nella versione primigenia degli Shadows Fall , e poi transitato negli Unearth ai tempi di “The March”) e ai meno noti Matt Lebreton e Pete Gelles (chitarra e basso). Approfondendo le note biografiche scopriamo che in realtà il progetto ha preso vita nel 2014, anno in cui è stato pubblicato il primo estratto “The Serpent’s Tongue”, ma vede la luce solo ora, togliendo dunque ogni alibi circa la possibile lavorazione frettolosa dell’album. Scorrendo le sette tracce del debutto omonimo – la cui durata media piuttosto elevata non impedisce di stare sotto i canonici quaranta minuti – l’impressione è quella di un lavoro che sì ripropone l’impatto della band madre (principalmente per effetto dell’inconfondibile timbrica del singer con i dreadlock), ma manca quel guizzo chitarristico che ha fatto la storia del genere, grazie a coppie d’asce da citare a memoria come una filastrocca (Sgrosso / Hipa, McGrath / Susi, Donais / Bachand…). Il risultato è che anche pezzi dal buon potenziale, come “Truth In Suffering” o “Beautiful Nothing”, finiscono col perdere un po’ di mordente, mentre l’unica vera sorpresa è la conclusiva “Mountain”, cover dei misconosciuti Great Northern in cui abbiamo modo di apprezzare i quattro in una veste più atmosferica. Non un brutto disco, soprattutto per chi all’epoca ha consumato “The War Within”, ma scemato l’entusiasmo iniziale, l’impressione è che non sentiremo parlare ancora a lungo dei Downpour.