6.5
- Band: DRAGONFORCE
- Durata: 00:58:11
- Disponibile dal: 26/08/2008
- Etichetta:
- Spinefarm
- Distributore: Universal
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Qual è l’unica band al mondo che deve stare attenta a non abbrustolire i peli pubici durante la masturbazione? Totalmente devoti all’abbattimento del muro del suono, i Dragonforce pubblicano il loro quarto disco “Ultra Beatdown”, stupendoci per l’ennesima volta col loro trucco migliore: pur viaggiando costantemente sopra i trecento all’ora non si spostano mai di un millimetro. Tralasciando le disquisizioni sull’effettiva abilità strumentale e sulla dipendenza da ProTools, fugata da molteplici apparizioni live, i londinesi si confermano perfetti circensi, con i difetti ma anche i pregi che la definizione può integrare. Intendiamoci: la band di Herman Li è divertentissima in sede live, e di fatto è riuscita a spostare dopo molti anni i confini dello speed/power metal, ma su disco, oltre ad essere particolarmente asettica, tende a ripetersi davvero troppo spesso, arrivando in più di una occasione, quasi necessariamente, all’autocitazione. Le liriche pretestuose di ZP non aiutano di certo ad alzare la barra, relegando quest’ultimo disco a gingillo perfetto per compiacere la valanga di fan acquisiti dall’universo di Guitar Hero, mossa prevedibile ma non del tutto accettabile da chi si aspettava, dopo una discografia stagnante, un segnale di vita capace di scrollare il fango dei detrattori. Dato che un’infinità di nuovi fan si aspettava proprio questo disco li perdoniamo, ma la prossima volta…