
6.5
- Band: DRAGONKNIGHT
- Durata: 00:50:56
- Disponibile dal: 17/01/2025
- Etichetta:
- Scarlet Records
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L’universo del power metal sinfonico si arricchisce di un nuovo protagonista con questi Dragonknight, band finlandese che viene lanciata dalla nostra Scarlet Records con l’intento di appassionare i seguaci delle sonorità più orchestrali e melodiche.
Due indizi fanno una prova, e allora non serve Sherlock Holmes per capire che con un moniker che unisce le parole ‘dragone’ e ‘cavaliere’, ed un artwork come quello che accompagna questo “Legions”, le coordinate stilistiche saranno impostate verso un power metal epico e sinfonico.
I musicisti coinvolti? Un segreto custodito dai loro pseudonimi scelti, visto che la formazione è composta da Lord Gryphon, Lord Kharatos, Lord Solarius, Lord Othrakis e Lord Salo Khan.
La classica introduzione orchestrale e barocca impegna l’ascoltatore per oltre due minuti e mezzo, un antipasto esplicito su ciò che la band ci presenterà nei dieci brani che seguiranno.
Una tracklist che consta soprattutto di pezzi bombastici e rapidi, dove le orchestrazioni giocano un ruolo fondamentale. E ce n’è per tutti; i Rhapsody escono con vigore sulle note della scrosciante “The Legions Of Immortal Dragonlords” – dove il titolo lascia poco spazio all’immaginazione – che apre la via come un vero e proprio inno symphonic power metal. Le robuste “Dead Kings In The Grave” e “Return To Atlantis” inneggiano maggiormente a band come Bloodbound e Sabaton, pezzi da headbanging dove però a tratti si rischia di cadere nella banalità più assoluta.
La folkeggiante “Defender Of Dragons”, grazie all’uso di flauti, ci riporta vagamente alla mente quel pezzo danzante intitolato “The Village Of Dwarves” contenuto in “Dawn Of Victory” dei già citati maestri e grande fonte di ispirazione Rhapsody, mentre “Sword Of The Northern Lights” con le sue sfavillanti armonie di chitarra ed un cantato che si muove su tonalità elevate, è un omaggio tutt’altro che velato ai Dragonforce.
Partendo quindi dal fatto che i Dragonknight non brillano certo per originalità, bisogna altresì ammettere che questo è un disco altamente professionale e tutt’altro che scontato, visto che ogni composizione riesce ad inserire al proprio interno elementi diversi, tutti bilanciati con attenzione.
Se dovessimo scegliere i due momenti migliori incontrati durante l’ascolto, non esiteremmo a scegliere “Pirates, Bloody Pirates!”, canzone più ariosa e varia, battagliera e capace di unire cambi di atmosfere con belle aperture melodiche, o anche la classica fulminante “Storm Bringer”, che pur seguendo i soliti clichè del genere, esce a testa alta spinta dalla doppia cassa martellante e dall’ugola squillante del cantante scandinavo.
Il potenziale dei Dragonknight è un po’ oscurato dai troppi richiami ai grandi nomi di questo genere, ma “Legions” è un disco capace comunque di mettere in mostra una certa professionalità e riuscire nell’intento di far addentrare l’ascoltatore all’interno di atmosfere fantasy ed epiche.