5.5
- Band: DRAGONY
- Durata: 00:55:56
- Disponibile dal: 11/10/2024
- Etichetta:
- Steamhammer Records
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Questo nuovo “Hic Svnt Dracones” è il sesto disco (cinque, più un EP, sono infatti le uscite) per gli austriaci Dragony, e il loro power metal non si sposta di una virgola dai capisaldi del genere.
E se in questo mondo, fatto di draghi, spade e altri animali fantastici, non si cerca certo l’inconsueto (dato che si è già in un altro mondo, sia questo distopico, fantasioso o di un’altra epoca), spiace però trovare molto di ripetuto e già sentito: proprio l’introduzione, lasciata alla “Sinfonia n° 9 Del Nuovo Mondo” di Dvořák, ci fa subito ritornare ai nostrani Rhapsody e alla loro “The Wizard’s Last Rhymes” di ventitré anni fa. E, considerando che si rifanno entrambi al grande compositore ceco, la preferenza è sicuramente per i nostri portabandiera, perché i Dragony, qui come in altri passaggi di questo album, usano una parte sinfonica smaccatamente artificiale (alle tastiere Manuel Hartleb), senza strumenti o orchestre a impreziosire il suono.
Il risultato è un lavoro piatto, in cui né gli intrecci delle chitarre di Mat Plekhanov e Simon Saito né la parte ritmica con la batteria di Christoph Auckenthaler e il basso di Herbert Glos lasciano il segno, alternando parti cadenzate ad assoli e scale musicali. Poco incisiva anche la prova dietro al microfono di Siegfried Samer: man mano che l’ascolto continua non si rimane colpiti da nessun picco, e nel complesso quasi tutte le tracce hanno una propensione alla coralità che rende molto semplice anche la struttura stessa dei pezzi: strofa-ritornello-assolo-strofa-ritornello.
Se nel precedente lavoro la compagine mitteleuropea aveva cercato di fare propria una tematica e un personaggio della propria storia nazionale rivisitandolo, in questo “Hic Svnt Dracones” i Dragony (che dal precedente album hanno visto l’avvicendarsi di due membri con gli attuali Mat alla chitarra e Christopher dietro le pelli), portano in musica la vicenda della colonia di Raonoke, nella quale scomparvero misteriosamente i coloni britannici che vi si erano insediati.
Mettendo un po’ di latino nei titoli e qualche sonorità folk, ecco che il mix power sinfonico prende forma in quelli che sono brani molto semplici. Poche variazioni sul tema, forse solo in “The Einheriar (What Dreams May Come)” e la sua marcetta irlandese, in “Ill Met By Moonlight” con una dolce ballad e la conclusiva nonché bonustrack “The Untold Story (Albion Online)”.
Troppi sono i momenti in cui le tastiere e gli assoli sembrano le colonne sonore di un anime giapponese, come nel singolo “Twilight Of The Gods”, e nel complesso questo “Hic Svnt Dracones” si dimostra un disco che porta poche novità e che non esce mai dagli schemi classici del genere power metal sinfonico.