6.5
- Band: DRAUGR
- Durata: 00:46:16
- Disponibile dal: //2006
- Etichetta: Christhunt Productions
- Distributore:
Chi scrive non si aspettava di certo che la Christhunt Production – che ultimamente, nonostante la volontà di uscire dai soliti circuiti e tuffarsi decisamente nell’underground, ha effettuato scelte non molto oculate – arrivasse sulle italiche sponde e mettesse sotto contratto i validi abruzzesi Draugr. I nostri, dopo un paio di demo decisamente promettenti, arrivano all’esordio con questo “Nocturnal Pagan Supremacy”, discreto concentrato di sonorità black epiche e medievaleggianti, con pregevoli aperture melodiche. I ragazzi dimostrano di essere ancora piuttosto incerti in alcuni frangenti, forse troppo semplicistici e con un utlizzo del sintetizzatore che poteva essere evitato, ma ci offrono comunque una decina di tracce che si lasciano ascoltare volentieri e che uniscono il black (soprattutto a livello vocale), con partiture epicheggianti, ricordando a tratti i Finntroll, a sprazzi i Children Of Bodom, ma soprattutto si richiamano alle numerose pagan black metal band norvegesi e finlandesi. Lo screaming di Safnir è piuttosto efficace e fa in modo che anche negli inserti melodici siano sempre ben in evidenza le influenze black. Discreto anche il lavoro di chitarra di Triumphator, che macina riff dopo riff con convinzione (e con qualche influsso thrasheggiante) ma si destreggia bene anche quando c’è da lavorare di cesello. Puntuale infine l’apporto della sezione ritmica formata da Stolas al basso e da Jonny dietro le pelli, che alterna con naturalezza sfuriate in doppia cassa a passaggi più marziali e cadenzati. Le tracce si sviluppano abbastanza coerentemente, sia le più melodiche, come la title track, dove fortissimo è il retrogusto melodic death, sia in momenti maggiormente raw (”Reborn In Darkness”). In ogni canzone comunque si alternano up tempo e rallentamenti che mantengono i ritmi su livelli medio-alti. Bisogna dire che il quartetto dimostra di essere piuttosto in palla soprattutto nei frangenti maggiormente blackeggianti, mentre deve ancora maturare sotto il versante melodico, in quanto, oltre ad essere troppo derivativo, non sempre riesce bene nelle atmosfere e tende a spezzare la tensione elettrica sprigionata dalle casse. Esordio con più luci che ombre quindi, per una band da tenere assolutamente sott’occhio per il futuro.