6.0
- Band: DRAWERS
- Durata: 00:53:00
- Disponibile dal: 24/10/2011
- Etichetta:
- Slow Burn
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Per niente rivoluzionari ma neanche sprovveduti, i rozzi e drittissimi Drawers da Tolosa. La band transalpina propone una formula che più semplice e facile non si può: stoner metal ad alto voltaggio con qualche spruzzata di hardcore e qualche altra pennellata un po’ più “alternative”. La proposta è indubbiamente allegra e anche assemblata bene e, anche se i Nostri non vanno a rovistare in angoli inesplorati, sono abili nel mantenere il tutto a fuoco – grazie a dei riff riusciti e ben calibrati – e a non scadere nel banale più becero grazie a un songwriting sempre decentemente ispirato. Allo stesso modo, i rimandi sono facili e praticamente inevitabili: questi cinque francesi infatti potrebbero essere visti come una versione europea e più ruspante dei Down, tanto ne ricordano lo stile – soprattutto per via dei riffoni bluesy e cementificati che ricordano parecchio soprattutto il riffing monolitico e quadrato di Windstein – e per via delle voci, bellicose e rudi, ma quasi soul allo stesso tempo, anche in questo caso in pieno stile Anselmo. Qualche passaggio più spigoloso e angolare aiuta la band a mischiare un po’ le carte in tavola mettendo i Nostri su una bisettrice sonora a metà strada tra sludge e groove metal, evocando non poco le nefandezze dei Prong e dei Fudge Tunnel. Altri momenti più ariosi ed energizzati introducono una sorta di verve molto più punk che metal, che inevitabilmente spinge la mente ad associare il sound dei nostri all’hardcore sudista senza pretese ma divertente di gente come i Cancer Bats, o alla crudezza southern degli Scissorfight. Insomma, i Drawers da un lato fanno scappocciare, ma dall’altro mostrano una profondità musicale prossima allo zero. Ma, si sa, non si può sempre avere tutto dalla vita.