7.0
- Band: DRAWN AND QUARTERED
- Durata: 00:36:43
- Disponibile dal: 24/06/2012
- Etichetta:
- Nuclear Winter Records
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Immaginate una cosa: Seattle città del grunge, Seattle città dei Drawn And Quartered; questi ultimi, secondo voi, che vita possono aver fatto? Considerando che sono stati fondati nel 1993, apice commerciale del grunge, la risposta è sicuramente: “grama”. Eppure, nonostante questa nascita “zoppa”, nonostante non si trattasse solo di metallari, ma di “metallari estremi”, sono riusciti ad arrivare fino al presente, mettendo insieme una discografia di tutto rispetto: indice di perseveranza, ma anche di qualità. Quello che troverete in “Feeding Hell’s Furnace”, ultima pubblicazione del gruppo, è facilmente intuibile, specie conoscendo il gruppo: riff ad accordatura bassa, suoni sporchi, tappeti ritmici veloci e precisi, linee vocali vomitate e rallentamenti ovunque ce ne sia bisogno (per enfatizzare il clima sulfureo dell’album: ascoltate, ad esempio, l’incipit di “Lustmörder”); è come questi ingredienti sono assemblati a non essere affatto scontato: gli stessi possono essere montati in infiniti modi insipidi e purtroppo ogni tanto ne abbiamo conferma, tuttavia non avviene in questo caso. I Drawn & Quartered hanno le idee chiare su come debba suonare un disco del genere e l’esperienza per rendere questa cosa possibile: è così che tramite un songwriting dritto, dalle strutture non troppo raffinate ma efficaci, riescono ad evocare il caos sonoro che deve fare capo a quest’accezione del death metal (per capirci, siamo dalle parti di Incantation, Immolation e primi Morbid Angel). “Feeding Hell’s Furnace” è in definitiva un discreto album, di quelli che non inventano niente ma che si prestano ad una soddisfacente serie di ascolti, grazie anche ad accorgimenti che negli anni sono stati integrati appieno nello stile della band, come il malato senso della melodia che traspare da pezzi come “No Absolution” (ode nefasta alla decadenza) e che ben si adatta all’atmosfera di diffusa e disgustata misantropia: ovviamente chi persegue incessantemente ideali di rinnovamento e ricerca stilistica avrà poca voglia di interessarsi, ma tutti coloro che amano questo modo di fare death metal devono dare una possibilità a quest’album.