6.5
- Band: DREAM EVIL
- Durata: 00:46:31
- Disponibile dal: 25/01/2010
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Cresciuti via via di fama, sino a diventare un nome di rilievo nella scena classic metal svedese, i Dream Evil pubblicano oggi il nuovo “In The Night”, il secondo lavoro senza il chitarrista Gus G. attualmente con Ozzy Osbourne e il polistrumentista Snowy Shaw ora in forze nei Therion. Il precedente “United” fu il primo disco senza questi due songwriter in formazione ma la cosa non aveva condizionato il risultato finale, sia qualitativamente che stilisticamente. Anche con il nuovo album il gruppo del chitarrista e rinomato produttore Fredrik Nordstrom non cambia più di tanto coordinate, proponendo sempre un heavy/power ben suonato e prodotto, stilisticamente affine a band quali Primal Fear o Metalium. Da sottolineare come il nuovo disco rispetto ai precedenti contenga più brani heavy, con ritornelli anthemici e abbastanza statici, facili da memorizzare e testi piuttosto pacchiani, carichi di clichè come ad esempio la trita e ritrita celebrazione del metal. La prima parte del disco si sviluppa su queste sonorità, con la discreta e arrembante opener “Immortal” che lascia spazio alla priestiana titletrack, mid tempo roccioso dal chorus ridondante dove il gruppo punta alla classica canzone ai toni molto “true” scritta e pensata in vista dei live show. Nel corso del disco, come già detto, ritroviamo più volte questo tipo di pezzo, come la successiva “Bang Your Head”, “Mean Machine” e “Kill, Burn, Be Evil”, tutti brani piuttosto quadrati e con chorus semplici e diretti. Purtroppo però non è facile scrivere nel 2010 questo genere di pezzi riuscendo a dire qualcosa di veramente notevole e il gruppo svedese in questo campo non ha la stessa classe dei suoi ispiratori Accept, Judas Priest o Manowar. I brani menzionati non hanno infatti il tiro e la presa per diventare dei classici e i momenti migliori del lavoro a parere del sottoscritto vanno invece cercati tra gli episodi dove il gruppo sposta la mira su pezzi dal taglio più power, con qualche influenza hard rock e ritornelli più melodici e dinamici, in cui per altro la voce cristallina del cantante Niklas Isfeldt sembra trovare il suo terreno ideale. Brani di questo tipo sono ad esempio “Electric”, “On The Wind “e “The Unchosen One”, dove le aperture melodiche sono più godibili ed efficaci. Stiamo dunque parlando di un album che, pur essendo complessivamente discreto, non lascerà molti segni del suo passaggio e ci induce a ridimensionare un tantino i giudizi positivi espressi in occasione della precedente prova in studio.