• Band: DRESDA CODE
• Durata: 00:24:35
• Disponibile dal: 29/05/2015

I Dresda Code sono napoletani, attivi dal 2007, e questo “From The Forest” è il loro primo demo professionale ed ufficiale dopo un primo tentativo in formato minore registrato nel 2010. La prima cosa a svettare ascoltando queste cinque canzoni è che la band ha davvero carattere e personalità da vendere, tanto da inserire una traccia, che nulla c’entra, di sole percussioni di ispirazione brasiliana di quasi tre minuti a metà lavoro, ma non solo, perché questa manciata di pezzi mostra una sicurezza nei propri mezzi, da parte di questi quattro ragazzi, nonché un’intelligenza compositiva davvero invidiabile. Il genere proposto dal combo partenopeo è un hard n’heavy con forti richiami thrashy, solido e compatto, ma che riesce ad essere variabile e più volte imprevedibile nell’andamento dei brani. L’apertura è affidata a “Deadwood Tales”, canzone lunghissima, più di sette minuti, inizialmente caratterizzata da un incedere potente e marziale, che muta dalla metà del terzo minuto in una divagazione strumentale concreta e ben caratterizzata sull’incipit. Si passa quindi a “Shilla”, nella quale il muro creato dalle chitarre di Alessandro Mandofia e Simone Pennucci si fa solido e splendidamente ritmato, richiamando quasi gli Helmet di inizio carriera, salvo poi lasciare spazio ad un leggero chorus; si parlava prima della traccia di batteria samba-oriented piazzata a metà lavoro, ed eccola qui, sotto il nome “Bateria”, ed è proprio il suo essere così avulsa dal contesto ad elevarla e farla svettare. Molto dura e decadente appare “Blindness”, guidata dalla solida sezione ritmica composta da Matteo Bianchini e Vincenzo Curcio, prima del vero highlight del lavoro, ”Clouds Upon My Isle”, altro brano molto vario che con la sua potenza misurata e ragionata chiama in causa anche il miglior thrash Bay Area. Prova davvero positiva per i Dresda Code (tra l’altro complimenti per il moniker davvero fine e ricercato) questo “From The Forest”, demo ben composto e ben suonato che lascia ben sperare per il futuro di questa band.