7.0
- Band: DROPKICK MURPHYS
- Durata: 00:40:50
- Disponibile dal: 08/01/2013
- Etichetta:
- Born And Bred Records
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Appena due anni trascorsi dalla release del fortunatissimo “Going Out In Style” – ricordiamo al suo interno la prestigiosa ospitata del Boss in persona, Bruce Springsteen! – ed ecco tornare fra noi l’allegra compagnia festaiola dei Dropkick Murphys, ormai probabilmente la band che meglio unisce le tradizioni punk, folk e celtic rock in uno stile accattivante e divertente che riesce ad appassionare gli ascoltatori dai gusti più disparati. Difficile non ripetersi quando si affronta un nuovo lavoro dei Murphys, in quanto i ragazzi hanno raggiunto un livello di notorietà e successo e un savoir-faire su tutti i fronti che permette loro di non commettere praticamente più passi falsi, forti anche di un songwriting che più di un tot in là non si spinge e che, oltretutto, non avrebbe ragione di svilupparsi in qualcosa di diverso. Se “Going Out In Style” si evidenziava bene per la sua natura concettuale, al contrario questo “Signed And Sealed In Blood” si sviluppa su coordinate singole e di maggior estemporaneità. Ciò non rivoluziona quasi nulla dell’approccio musicale dei Dropkick, sempre diviso tra anthemici brani folk-punkettoni, semi-ballad da ultima bevuta prima della fine del mondo e semplici canzoncine rock’n’roll da usare come passatempo il più leggero e scanzonato possibile. I giri melodici degli strumenti tipici del folk irlandese – mandolino, fiddle, tin whistle, cornamusa, fisarmonica – si uniscono con maestria alle partiture classiche della strumentazione rock e ai cori balerosi e trascinanti dei Nostri, davvero maestri nel genere e con pochi rivali all’orizzonte. Splendido il singolo-ballata in crescendo “Rose Tattoo”, che spesso sfora in territori Levellers, sebbene chi scrive apprezzi di più la vigorosa opener “The Boys Are Back”, da cantare a squarciagola, e l’altra semi-ballata “The Season’s Upon Us”, malinconica il giusto. Più particolari risultano essere “Out On The Town”, brano retrò che strizza molto l’occhio al rock anni Cinquanta e allo swing, e l’orecchiabilissima “Don’t Tear Us Apart”, uno degli episodi più accessibili mai partoriti dai Murphys. Un ennesimo centro, dunque, per gli autori di “Signed And Sealed In Blood”, giunti alla piena maturità e ad una consapevolezza di capacità oltre la media ormai verificate dai più. Certo è che se cercate qualcosa di più di una tranquilla collezione di canzoni-divertissement, è meglio rivolgersi altrove e archiviare in fretta questo lavoro bello ma non impossibile.