DROUGHT – Rudra Bhakti

Pubblicato il 22/06/2016 da
voto
7.5
  • Band: DROUGHT
  • Durata: 00:24:26
  • Disponibile dal: 04/15/2016
  • Etichetta:
  • Avantgarde Music
  • Distributore: Audioglobe

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Per cominciare, lo sappiamo chi è Rudra? Trattasi di una delle divinità più antiche dell’induismo, forma primordiale di Shiva, l’aspetto divino preposto alla distruzione, normalmente raffigurato come una divinità feroce e distruttiva i cui terribili dardi causano morte e malattie agli uomini e alle bestie. Non male come inizio, no? Bhakti invece indica l’aspetto devozionale della fede in una divinità personale o anche un maestro spirituale, caratterizzato spesso da una partecipazione emotiva intensa e totalizzante. Fate un veloce collegamento e vi sarà chiaro qual è il concept del primo EP di questo misterioso combo italiano di cui sappiamo ben poco; lasciando il black che invoca il nostro amato Signore degli Inferi ad altre compagini, i Drought dedicano le proprie forze allo yoga, al tantra, alla meditazione e a filosofie orientali così distanti dal nostro modo di vedere e di interpretare, fatto che già di per sé rappresenta uno spunto interessante per scoprire come la faccenda viene risolta all’interno di dei venticinque minuti di “Rudra Bhakti”: la costruzione del cosiddetto Superuomo attraverso la purificazione del fuoco e la trasfigurazione del guerriero, banalizzando. Se oramai siamo un po’ allergici alle intro troppo lunghe nel black metal un motivo ci sarà, dato l’utilizzo smodato di tale pratica da parte di decine di gruppi, ma quando la cosa ha un suo valore intrinseco, diventa parte – e crea – narrazione e da esso poi scaturisce un racconto che senza quella intro non potrebbe essere eviscerato, ebbene, i discorsi si fanno diversi e palpabili. “Suryanamaskara (Entering the Gate of the Raging Sun)” non è infatti un’intro fine a se stessa bensì brano e apertura attraverso un concept che non è nemmeno pensabile affrontare per singoli pezzi, ma solamente venendo sfiancati dalle costruzioni epiche e maestose che trasudando noise ambientale deflagrano poi in un black magniloquente e rumoroso nel quale gli stilemi sono dei più classici (voce sovrastante, chitarre affilate, blast beat impassibile) eppure votati ad un certo modernismo cacofonico, per una serie di tracce che formano un blocco unico, una sorta di esplosione d’animo, di flusso di coscienza e ritualistica ancestrale al cui cospetto ci troviamo paralizzati. I riferimenti come detto sono piuttosto classici, ma invece di trasudare la glacialità richiesta dalle terre del nord la composizione espone una sorta di rabbia centralizzata, asettica, e la scrittura dei brani risulta si varia ma non confusionaria, come possiamo notare ascoltando le evoluzioni tra “Reveal The Unlight (Sudden Awareness)”, quasi death in alcuni passaggi ma marcatamente black noise nella sua esposizione, e la conclusiva “Collapse of Maya (Transfiguration of the Warrior)”, una dozzina di minuti tesi tra malevoli arpeggi, sonorità enfatiche ed un ritorno all’ambient filosofico e fortemente connotativo che apriva il mini, pur violato da aperture in cui le marce chitarre sembrano portare tutto in un gorgo fatto di divinità orientali e figure straziate. EP da ascoltare ed ennesimo gran colpo della Avantgarde, a tratti un pochetto pretenzioso ma rampa di lancio per un full length che potrebbe rivelarsi gran cosa e che attendiamo con ansia e terrore.

TRACKLIST

  1. Suryanamaskara (Entering the Gate of the Raging Sun)
  2. Fire Breating (Urdva Kundali Arise)
  3. Reveal the Unlight (Sudden Awareness)
  4. Collapse of Maya (Transfiguration of the Warrior)
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