DROWNED – Idola Specus

Pubblicato il 05/08/2014 da
voto
8.0
  • Band: DROWNED
  • Durata: 00:37:25
  • Disponibile dal: 14/07/2014
  • Etichetta:
  • Sepulchral Voice

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Periodo di vacche grasse per gli amanti delle sonorità death metal più apocalittiche e sepolcrali, che dopo le ottime prove offerte da Incantation, Dead Congregation e Corpsessed si ritrovano a fronteggiare questo primo full-length dei tedeschi Drowned. Attivo da decenni, il trio di Berlino aveva fino a questo momento preferito agire sotto i radar, riversando la propria creatività in una fitta schiera di demo circolati esclusivamente negli ambienti underground più di culto; oggi però la situazione sembra essere cambiata e grazie all’interessamento dell’affidabilissima Sepulchral Voice (Degial, Grave Miasma, Necros Christos) ecco giungere sul mercato questo “Idola Specus”, disco che – senza troppi indugi – includiamo nell’elenco delle uscite più sentite e ricche di fascino degli ultimi mesi. Ancora una volta siamo dalle parti di quel death metal infernale e ritualistico, spesso solcato da impetuose correnti doom, che ha fatto la fortuna di pietre miliari del passato come “Last One On Earth” e “Mortal Throne Of Nazarene”, anche se le differenze con i molti epigoni che da qualche anno si cimentano in tali sonorità risultano da subito evidenti e lampanti. La tracklist è aperta da “Die Niederen Weihen”, sorta di intro semi-strumentale che con il suo andamento strisciante e sulfureo, scandito dalle percussioni frastagliate della batteria e dal riffing catacombale del leader Tlmnn (per anni in forze ai sopracitati Necros Christos), si abbatte come un moloch sui padiglioni auricolari dell’ascoltatore, mettendo in luce una rara e spaventosa sensibilità atmosferica. La sensazione di smarrimento è a tutti gli effetti tangibile, come se la band avesse spalancato senza preavviso i cancelli di una dimensione non soggetta alle regole dello spaziotempo, in cui sprofondare mente e corpo. E siamo soltanto all’inizio: le tracce successive non dipanano minimamente la coltre di tenebre evocata con apparente semplicità dall’opener, anzi, avviluppandosi su strutture sempre più occulte e titaniche. Eccezionale, a questo proposito, il lavoro di chitarra, il cui operato riporta alla mente diverse esperienze sensoriali (death, black, doom e persino prog) senza ricordarne con precisione nessuna, come dimostrato dagli intrecci posti in apertura di “Black Projection” o nell’allucinante finale di “Vacuous Sanctum”, brani-manifesto dell’opera al cui interno trovano asilo i migliori trademark del terzetto. Difficile, se non addirittura impossibile, descrivere a parole il contenuto di un disco come questo, che per sua stessa natura invita all’introspezione e al raccoglimento dell’anima, anzichè all’headbanging; il nostro consiglio è semplicemente quello premere il tasto “play”, chiudere gli occhi e lasciarsi andare all’incubo che seguirà di lì a poco. Vi garantiamo che l’esperienza sarà di quelle che non dimenticherete facilmente.

TRACKLIST

  1. Die Niederen Weihen
  2. Antiprism
  3. Destroyed Voices
  4. Cast Into Negative Form
  5. Black Projection
  6. Gnomon
  7. Letzter Teilbarer Strahl
  8. Vacuous Sanctum
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