7.0
- Band: DRUDKH , GRIFT
- Durata: 00:35:44
- Disponibile dal: 09/16/2016
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Altro split per i Drudkh, questa volta giusto in tempo per l’inizio dell’autunno, stagione che praticamente da sempre si è soliti associare alla musica della band ucraina. Dopo avere unito le forze con gli storici viking metaller Hades in occasione del precedente split, in questa nuova uscita “collaborativa” Roman Saenko e compagni accolgono la one man band svedese Grift, realtà giovane, ma già piuttosto affermata nel panorama depressive black metal. Il lavoro si apre come al solito con il materiale dei Drudkh, che ci propongono due pezzi accostabili a quanto recentemente espresso nel succitato split e nell’ultimo full-length “A Furrow Cut Short”. Black metal agile e arrembante, ammantato di malinconia e ricco di sprazzi d’atmosfera, ma dal quale – come spesso è accaduto ultimamente – emerge anche una notevole perizia tecnica. Forse in questo caso il merito è soprattutto della curatissima produzione, ma gli ucraini negli ultimi tempi sembrano essere migliorati davvero molto sotto il profilo esecutivo, tanto che il loro sound dà continuamente l’impressione di essere più dinamico e “vivo” che mai. I Grift, di contro, puntano sull’essenzialità, affidandosi ad una produzione abbastanza cruda e a pochi riff e motivi per traccia, facendo leva su quel clima inquieto e struggente che questo genere di strutture ripetitive è capace di evocare. Tutto sommato siamo dalle parti di quel sound fragile e tormentato popolarizzato da gruppi come Lifelover o Hypothermia, anche se va sottolineato come il feeling vizioso tipico di certo materiale dei suddetti qui venga rimpiazzato da toni più placidi e invernali. Buona in questo senso la conclusiva “Cirkeln”, forte di una azzeccata intelaiatura semi-acustica. Insomma, forse, rispetto allo split con gli Hades, l’abbinamento tra gli stili delle due formazioni protagoniste risulta questa volta più logico e riuscito: stiamo parlando di band emotive, che sembrano avere la medesima visione di quali siano gli ingredienti ideali per una black metal song; il risultato finale è ovviamente diverso, ma il passsaggio dal lato “A” a quello “B” è tutt’altro che brusco.