DRUIDS – Vol. 1

Pubblicato il 30/01/2021 da
voto
7.5
  • Band: DRUIDS
  • Durata: 00:39:20
  • Disponibile dal: 21/12/2021

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Suonare doom e indossare dei sai completi di cappucci, esordire con un EP (a dire il vero corposo) che omaggia in ogni aspetto esteriore i Black Sabbath di Vol.4, richiamare nei titoli dei brani tutti i più noti cliché del genere: sembrano tutte scelte destinate ad affossare una band nel dimenticatoio dei cloni, e invece i Druids, quartetto proveniente da Cremona, giocano apertamente con gli eccessi estetici e le citazioni spudorate perché se lo possono permettere. Questo loro esordio, ovviamente intitolato “Vol. 1” pesca a piene mani dai già citati Sabbath (l’apertura del disco sembra una restituzione sotto LSD di un mitico tritono), dalle cavalcate di Candlemass e Saint Vitus, senza trascurare le oscure e strepitose band inglesi dei primi Ottanta – Witchfinder General su tutti – in un’ecumenica ed esaltante collazione di riff al sapore di zolfo e sonorità acide. La sezione ritmica non spinge mai sull’acceleratore, ma sa farci battere i piedi a tempo efficacemente; la sei corde di Marco ‘Ciccio’ gli fa meritare il soprannome, grazie a un fuzz e a un suono rotondo e asfissiante di grande impatto, e non da ultimo anche il cantante Luca mostra grande personalità: senza mettere in mostra chissà quale (non richiesta) estensione, ma ondeggiando sulle strofe alternando linee vocali ieratiche a momenti più intimisti (“Warship Ov Doom”). Uno dei pezzi più lunghi e psichedelici non poteva che richiamare nel nome gli Sleep (“Proceed The Weedians”), ma a dispetto della citazione mostra il loro lato più bucolico e lirico, in un curioso ed emozionante incontro tra le sonorità paniche dei mai troppo citati Northwinds e il gusto melodico del primo Danzig.
Si sente che, oltre ad amare l’oscurità catacombale del genere di riferimento in tutte le sue sfumature, i Druids hanno introiettato anche le sonorità più sperimentali degli anni Settanta, a partire dalla produzione e passando per gli improvvisi e aspri strappi delle chitarre, a conferma di come il doom, come attitudine, parta da molto prima di quando fu coniata quest’etichetta. E di come, grazie a band come questa, abbia ancora un roseo (ehm…) futuro davanti.

TRACKLIST

  1. Acid Goat
  2. Halloweed Our Wizard
  3. Lord Ov The Riffs
  4. Proceed The Weedians
  5. Warship Ov Doom
  6. You See Far
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