7.5
- Band: DRUIDS
- Durata: 00:39:20
- Disponibile dal: 21/12/2021
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Suonare doom e indossare dei sai completi di cappucci, esordire con un EP (a dire il vero corposo) che omaggia in ogni aspetto esteriore i Black Sabbath di Vol.4, richiamare nei titoli dei brani tutti i più noti cliché del genere: sembrano tutte scelte destinate ad affossare una band nel dimenticatoio dei cloni, e invece i Druids, quartetto proveniente da Cremona, giocano apertamente con gli eccessi estetici e le citazioni spudorate perché se lo possono permettere. Questo loro esordio, ovviamente intitolato “Vol. 1” pesca a piene mani dai già citati Sabbath (l’apertura del disco sembra una restituzione sotto LSD di un mitico tritono), dalle cavalcate di Candlemass e Saint Vitus, senza trascurare le oscure e strepitose band inglesi dei primi Ottanta – Witchfinder General su tutti – in un’ecumenica ed esaltante collazione di riff al sapore di zolfo e sonorità acide. La sezione ritmica non spinge mai sull’acceleratore, ma sa farci battere i piedi a tempo efficacemente; la sei corde di Marco ‘Ciccio’ gli fa meritare il soprannome, grazie a un fuzz e a un suono rotondo e asfissiante di grande impatto, e non da ultimo anche il cantante Luca mostra grande personalità: senza mettere in mostra chissà quale (non richiesta) estensione, ma ondeggiando sulle strofe alternando linee vocali ieratiche a momenti più intimisti (“Warship Ov Doom”). Uno dei pezzi più lunghi e psichedelici non poteva che richiamare nel nome gli Sleep (“Proceed The Weedians”), ma a dispetto della citazione mostra il loro lato più bucolico e lirico, in un curioso ed emozionante incontro tra le sonorità paniche dei mai troppo citati Northwinds e il gusto melodico del primo Danzig.
Si sente che, oltre ad amare l’oscurità catacombale del genere di riferimento in tutte le sue sfumature, i Druids hanno introiettato anche le sonorità più sperimentali degli anni Settanta, a partire dalla produzione e passando per gli improvvisi e aspri strappi delle chitarre, a conferma di come il doom, come attitudine, parta da molto prima di quando fu coniata quest’etichetta. E di come, grazie a band come questa, abbia ancora un roseo (ehm…) futuro davanti.