6.0
- Band: DUALITY
- Durata: 00:19:48
- Disponibile dal: 01/10/2011
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Probabilmente saranno in pochi a ricordarsi dei Duality, giovane e promettente realtà marchigiana che sei o sette anni orsono pubblicò un EP con i controfiocchi che aveva davvero poco da invidiare alle migliori produzioni in campo techno death dell’epoca. Ora i ragazzi, dopo una pausa di riflessione, ritornano sul mercato con un altro EP e con alcuni cambi di formazione. Soprattutto, è la proposta musicale ad essere cambiata, dato che ora il death tecnico e progressivo funge solo da base di partenza, da trampolino di lancio verso sonorità estremamente diversificate tra di loro, che vanno dal jazz alla musica classica, passando attraverso il post hardcore, il math ed alcune suggestioni gipsy, evidentissime nella breve title track, guidata da dei violini zigani quasi del tutto inediti a queste latitudini. Purtroppo non sempre il rischio paga: i Duality rimangono degli ottimi musicisti e dei più che discreti compositori quando trattano la materia che meglio conoscono, ma non riescono in nessun modo ad amalgamare al meglio le varie influenze che convergono nel loro nuovo sound – da loro stessi definito avant metal – finendo così per proporre un lavoro assolutamente disunito e disorganico. Ad esempio, nell’iniziale “10 66 – 40.5”, quello stacco jazzy al centro del brano è completamente avulso dal contesto, finendo per diventare un inutile orpello ed uno sterile esercizio di stile. Meglio va in “Intuition Of Disorder”, brano dalle forti tinte techno death, al quale vengono aggiunte fortissime suggestioni post hardcore, soprattutto a livello chitarristico. “Natural Seizure Syndrome” unisce math e post core in maniera piuttosto buona, mentra alcune digressioni progressive ancora una volta rendono il tutto pericolosamente traballante; stesso discorso si può fare con la conclusiva “Hybrid Regressione”, della quale salviamo solamente un interessante break elettronico centrale. I Duality, insomma, sono andati incontro ad una sorta di bulimia musicale, continuando ad aggiungere roba su roba, stile sopra stile, arrivando a perdere la bussola o comunque a farla perdere all’ascoltatore. La qualità dei singoli passaggi è molto alta, hanno in formazione un bassista – Tiziano Paolini – davvero straordinario e capace di reggere la baracca quasi da solo, ma il sovradosaggio dei vari ingredienti alla fine risulta stomachevole. Consideriamo questo “Chaos_Introspection” come una sorta di “numero zero”, di episodio pilota utile per oliare determinati meccanismi compositivi. Quando i Duality troveranno la quadratura del cerchio potranno davvero divenire una delle realtà “avant-metal” più interessanti e preparate in circolazione, ma bisognerà ancora lavorare tanto in fase di scrittura.