7.0
- Band: DUFRESNE
- Durata: 00:54:50
- Disponibile dal: 23/03/2007
- Etichetta:
- V2 Records
- Distributore: Sony
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Dopo una gavetta piuttosto lunga e intensa, costellata di esibizioni live di spalla a parecchi nomi di un certo calibro, ecco che anche i Dufresne giungono al traguardo del full-length di debutto. La band vicentina è entrata a far parte del roster della V2 Records e per questo suo primo album ha avuto l’opportunità di collaborare con un produttore come Darian Rundall (Pennywise, Suicidal Tendencies), il quale ha conferito ad “Atlantic” una resa sonora di caratura internazionale. Il gruppo, come dicevamo, è attivo già da qualche anno nell’underground nostrano e si è sempre distinto per la sua abilità nel rileggere le sonorità emo/screamo tanto care a band d’oltreoceano come Underoath (di “They’re Only Chasing Safety”), Glassjaw e Taking Back Sunday… influenze evidentissime ovviamente anche in questo lavoro, che a tratti appare proprio come la perfetta sintesi fra il sound di tutte queste realtà. Tra passaggi rabbiosi (pochi, a dire il vero) e altri catchy e ritmati – tutti sempre conditi un’interpretazione vocale molto variegata (l’alternanza fra pulito e screaming è costante in ogni traccia) e repentini inserti di tastiere – i Dufresne danno vita ad una manciata di composizioni senza dubbio godibili e orecchiabili, che non presentano difetti formali nè ingenuità rilevanti. Le sole cose che potremmo appuntare alla band sono una a volte eccessiva dipendenza dai modelli americani, che si traduce in una personalità certo non dirompente, e l’uso della lingua italiana in alcuni dei brani, il quale, tranne che nell’ottima “Opera”, non dà risultati esaltanti. Intendiamoci, i testi non sono brutti, ma le linee vocali in queste circostanze finiscono spesso per avvicinarsi a quelle dei peggiori Linea 77. Per il resto, non c’è proprio nulla da appuntare: “Atlantic” è un buon punto di partenza, una base importante dalla quale partire alla ricerca di uno stile più personale e riconoscibile.