7.5
- Band: D'VIRGILIO MORSE JENNINGS
- Durata: 00:52:37
- Disponibile dal: 10/11/2023
- Etichetta:
- Inside Out
Spotify non ancora disponibile
Apple Music:
Spesso servono molti anni prima che un progetto parallelo venga ripreso dai diretti interessati, soprattutto se le rispettive carriere sono ancora floride. Nick D’Virgilio, Ross Jennings e, soprattutto, Neal Morse, però, sono artisti estremamente prolifici e quindi dopo nemmeno due anni da “Troika”, eccoci qui a parlare del suo successore, intitolato semplicemente “Sophomore”.
Per chi si fosse perso il primo capitolo, tra il 2020 e il 2021 questi tre giganti del progressive rock/metal si erano ritrovati (seppure a distanza) per dare vita ad un lavoro principalmente acustico, che omaggiava la canzone d’autore e le armonie vocali, recuperando una tradizione che richiamava gli anni Sessanta e formazioni come Crosby, Stills & Nash, o Simon & Garfunkel, in cui l’uso delle voci intrecciate diventa centrale per lo stile dell’opera. Il risultato finale risultava molto convincente e, dunque, non stupisce il fatto che i tre abbiano sostanzialmente confermato quanto ascoltato in “Troika”, con pochissime variazioni sul tema.
Si comincia con “Hard To Be Easy” e, come già accaduto sul debutto, ci troviamo immersi subito nelle atmosfere folk della canzone d’autore, con un taglio progressive che, ancora in una volta, ci riporta agli Yes più bucolici e fiabeschi. Questi ultimi tornano in maniera preponderante in un brano come “Tiny Little Fires”, mentre “Linger At The Edge Of My Memory” si stacca un po’ dallo stile generale dell’album, recuperando le atmosfere care ai Porcupine Tree più sognanti e segnando il punto come miglior canzone dell’album. La pedal steel guitar di “Right Where You Should Be” ancora una volta strizza l’occhio al blues più languido e malinconico, mentre “The Weary One”, con quel suo delicato arrangiamento di archi, ci riporta alle atmosfere nebbiose di Simon & Garfunkel.
Anche in “Sophomore” appaiono sporadici momenti elettrici: questa volta il titolo è “Mama”, ed è ancora lo spettro di Hendrix ad aleggiare sulle linee di chitarra, sostenute da un robusto uso dell’organo hammond. Infine ci avviamo alla conclusione citando “Walking On Water”, un altro brano acustico ma decisamente ritmato e coinvolgente, con un arrangiamento particolarmente riuscito.
Anche in “Sophomore” abbiamo potuto apprezzare la qualità delle tre voci, che riescono a fondersi con grande armonia e, anzi, la possibilità di registrare l’album in presenza e non più da remoto ha addirittura aumentato la coesione e l’intesa del trio. Da un punto di vista strumentale, non ci sono virtuosismi o strutture arzigogolate, ma i tre riescono comunque sempre a restituire arrangiamenti curati, stratificati ed eleganti.
Il ritorno di D’Virgilio, Morse e Jennings, dunque, non ci ha sorpreso come il primo episodio, ma ci regala comunque una manciata di canzoni di alto livello. Se avete ascoltato ed apprezzato “Troika”, questo disco ne rappresenta la più naturale continuazione e certamente non ne rimarrete delusi.