8.0
- Band: DYING FETUS
- Durata: 00:40:59
- Disponibile dal: 21/09/2009
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Masterpiece
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Quanto tempo è necessario per giudicare un disco? Nel caso del nuovo lavoro dei Dying Fetus, più o meno un minuto, il tempo che il primo breakdown partorito dalla chitarra di John Gallagher si faccia largo fra un turbine di riff serrati e ispiratissimi. Tanto basta per la certezza di avere tra le mani un disco che non ci farà rimpiangere le vecchie opere del gruppo statunitense. E naturalmente anche il resto del programma è in linea con le prime note di "Your Treachery Will Die With You": un riffing dinamico e sempre in primo piano, debitore tanto della lezione immortale dei Suffocation come dell’hardcore più ferale, un lavoro di batteria fluido e variegato, il solito doppio attacco vocale, con screaming e growling a rincorrersi e sovrapporsi dall’inizio alla fine di ogni traccia. Insomma, per questo "Descend Into Depravity" i Dying Fetus hanno nuovamente scelto come soli e unici riferimenti quanto di meglio la loro produzione passata abbia da offrire, rinunciando (probabilmente in via definitiva) a guardarsi attorno e a modificare una formula ormai collaudatissima. Rispetto al passato, si nota giusto una presenza più massiccia di parti groovy, probabile conseguenza dell’ennesimo stravolgimento della lineup, che oggi vede il solo Gallagher a occuparsi delle chitarre. In ogni caso, tali sezioni hanno sempre trovato spazio nella musica dei nostri, quindi lungi da noi affermare che si tratti di una vera e propria novità. Il sound è sempre 100% Dying Fetus, quello stesso sound udibile in tutti i vecchi lavori… a tratti sì più heavy del solito, tuttavia sempre e comunque frenetico e articolato (vedi una traccia come "Atrocious By Nature"). Detto poi di una produzione molto fresca, "Descend Into Depravity" è insomma quello che definiremmo un album riuscito sotto tutti i punti di vista. Evoluzione stilistica immobile? Ok, ma con 18 anni di carriera alle spalle, la cosa può anche starci, no? A maggior ragione se quello che abbiamo fra le mani è il miglior lotto di pezzi confezionato dalla band dai tempi di "Destroy The Opposition". Coinvolgimento allo stato puro.