voto
9.0
9.0
- Band: DYING FETUS
- Durata: 00:36:25
- Disponibile dal: 03/10/2000
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Masterpiece
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I Dying Fetus sono un vero e proprio miracolo underground. Dopo una serie di pubblicazioni per etichette minori, diffuse per lo più nei circuiti death metal e grind più oltranzisti, con questo nuovo "Destroy The Opposition" sono sbarcati su Relapse Records e hanno compiuto un vero e proprio triplo salto mortale, che permetterà loro di entrare nelle case e nelle orecchie di un numero cospicuo di ascoltatori. Per molti, infatti, i nostri sono ancora poco più che perfetti sconosciuti, ma siamo sicuri che questo nuovo full-length cambierà notevolmente le carte in tavola. Come resistere, d’altronde, alla miscela di death metal, grind e hardcore che "Destroy The Opposition" ostenta dal primo all’ultimo capitolo della sua compattissima tracklist? Semplice: non si resiste affatto. Anzi, si alza il volume al massimo e si apre la finestra per gridare al mondo di aver trovato, finalmente, la band in grado di mettere d’accordo i fan di Suffocation e Napalm Death, di All Out War e Terrorizer. Potremmo definire la proposta attuale del politicizzato quartetto del Maryland soltanto metal estremo, tanto questa è cangiante, dinamica e assai poco incline a farsi catalogare facilmente. Sembra discendere direttamente dal concetto di death metal dei primi Suffocation – ovvero death metal mischiato ad attitudine hardcore – ma qui l’approccio è, se possibile, ancora più estremo e senza limiti. Il ritmo è l’elemento fondamentale nella musica dei Dying Fetus e, in effetti, il groove è sempre in bella evidenza in ognuna delle otto canzoni del disco. Otto tracce che, insomma, vivono di forti contrasti, dipinti da chitarre che ora si impennano in riff e assoli arzigogolatissimi e che un momento dopo si aprono per lasciare partire bordate groovy pesanti come macigni. Ascoltate, ad esempio, l’attacco di "Praise The Lord": più Obituary degli stessi Obituary… eppure il brano successivamente si sviluppa in una maniera del tutto personale e imprevedibile, tra uptempo death molto tecnici, breakdown hardcore e tutto quello che sta nel mezzo! Un labirinto di inventiva e potenza condensato in canzoni che non lasciano nulla al caso in quanto a impatto e strutture. Ce n’è per far innamorare i nostalgici della vecchia scena US death metal, così come per far venire la pelle d’oca a chi è sempre alla ricerca di sonorità e soluzioni nuove. Volendo parafrasare il titolo del lavoro, i Dying Fetus, con il loro terzo album, non solo distruggono l’opposizione, ma anche qualsiasi tipo di barriera tra death metal, grind e hardcore. Solo "extreme music for extreme people"… oggi più che mai!