6.5
- Band: DYSCARNATE
- Durata: 00:38:02
- Disponibile dal: 27/02/2012
- Etichetta:
- Siege Of Amida Records
- Distributore: Audioglobe
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“No mosh – no party”, devono aver pensato i death metaller Dyscarnate una volta in procinto di iniziare la stesura di questo loro secondo full-length. Sull’onda dei buoni riscontri ottenuti dal debut “Enduring The Massacre” e, soprattutto, dal tour europeo effettuato di spalla ai Cephalic Carnage, il terzetto inglese ha probabilmente cercato di muoversi in una direzione maggiormente “live” e ignorante, a base di tracce in grado di scatenare un po’ di movimento sotto il palco senza troppi giri di parole. Il risultato è un lotto di brani stra-colmo di “riffoni da pit”, giocati su ritmiche per lo più cadenzate e inseriti in strutture dall’incedere pachidermico. Sostanzialmente, oggi la proposta dei ragazzi può essere vista come il frutto di un processo di sottrazione con oggetto il sound di realtà come Dying Fetus e Misery Index: togliete a questi ultimi i tecnicismi e le parti grind e avrete, a grandi linee, la proposta attuale dei Dyscarnate. Groove a valanga, insomma, per un impatto complessivo che spesso e volentieri assume i connotati di un martello che batte su un incudine e che denota la precisa volontà di andare sempre e comunque dritti al sodo e di liberarsi di tutto ciò che possa anche solo vagamente apparire come un orpello. L’esito di tali sforzi è un disco che indubbiamente gode di suoni corposi, ma che, nemmeno troppo alla lunga, viene un po’ a noia, essendo continuamente basato sulla stesse progressioni e su un guitar-work che lascia pochissimo spazio a variazioni. Certo, dal vivo tracce come “In The Face Of Armageddon” o “The Promethean” lasceranno il segno – e noi siamo i primi ad aver concesso loro più di un ascolto – ma “And So It Came To Pass”, se somministrato tutto d’un fiato, può facilmente trasformarsi in un polpettone di difficile digeribilità. In ogni caso, non malaccio, ma preferivamo i Dyscarnate ai tempi di “Enduring The Massacre” e dell’EP “Annihilate To Liberate”, quando erano ben più spontanei e asciutti.