7.0
- Band: DYVE
- Durata: 00:48:35
- Disponibile dal: 26/04/2005
- Etichetta:
- Lucretia Records
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Esordio discografico col botto quello dei Dyve, band tutta made in Italy che, forte di un deal con la Lucretia Records, da alle stampe questo interessante “Dust Of An Age”. Nonostante la presenza nel roster di una label incentrata sulla musica progressive, i Dyve danno invece sfogo a tutta la loro rabbia con un potentissimo power metal di scuola americana caratterizzato da una pesantissima sezione ritmica che spesso e volentieri invade i confini del thrash. Le iniziali “Wasted Lfe” e “Silence Please” mettono in luce il lato più brutale e diretto della band, mentre la successiva “The Strangest Of The Weak” (uno dei brani più ispirati dell’intero disco) farà la gioia degli amanti del metal più classico e degli assoli ottantiani al fulmicotone. Convincente su tutti i fronti le performance dell’ascia Ivan McSimon e del batterista Damiano Merazzi, mentre il singer Andrea Capuzzi, pur potendo vantare un’ugola pulita e tagliente, dovrebbe migliorare dal punto di vista dell’esecuzione tecnica. Un atmosferico arpeggio introduce “Need For A Hold”, ballad ispirata con cui i Dyve ci mostrano tutto il loro gusto per le melodie ed una abile lavoro di arrangiamenti. “Dust Of An Age” è stato registrato agli AlfaOmega studios da Max Lotti, conosciuto per i suoi precedenti lavori con Komaday e Time Machine, che non smentisce la sua abilità: ogni strumento viene valorizzato a dovere, in particolare le chitarre suonano aggressive in fase ritmica, melodiche e fluide in ambito solista. L’unico piccolo neo che lamentiamo nei confronti di “Dust Of An Age” è la mancanza di una vera hit di livello superiore che renda subito riconoscibile la musica della band, per il resto ci troviamo di fronte ad un debutto con i fiocchi!