7.5
- Band: EAGLE TWIN
- Durata: 00:52:01
- Disponibile dal: 28/08/2012
- Etichetta:
- Southern Lord
- Distributore: Goodfellas
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Sempre più strambi, sempre più orrendi e sempre più affascinanti. Sono così gli Eagle Twin, una band capace di spremere bellezza dal grottesco tramite un flusso repulsivo ma organico e pregiatissimo di doom metal, noise rock, jazz e free-form della più aberrante ma suprema qualità. Insieme ai Wolves In The Throne Room e ai Weedeater, ormai gli Eagle Twin sono rimasti gli unici esponenti ancora attivi della ‘vecchia’ Southern Lord, ovvero del primo periodo dell’etichetta di Greg Anderson, quando costui era ancora intento a concentrare gli sforzi della sua label sul doom metal, sulla dark ambient, sullo sludge e sul black metal, anzichè sul punk come accade in prevalenza oggi. E allo stesso modo il duo di Salt Lake City non ha fallito assolutamente l’obiettivo di riportare splendidamente in auge quei suoni orrendi e deformi che erano praticamente alla base del DNA della Southern Lord fino a qualche anno fa. “The Feather Tipped The Serpent’s Scale” è un degnissimo successore del grandioso debutto “The Unkindness Of Crows” e, anzi, per molti versi, forse supera anche il suo precedessore in molte cose, soprattutto sotto l’aspetto stilistico, qui drammatizzato e portato agli estremi. Se “The Unkindness Of Crows” era dunque un lavoro in pieno stile Eagle Twin, “The Feather Tipped The Serpent’s Scale” lo è ancora di più, poichè mostra un’esagerazione estremamente costruttiva delle tipicità ormai inconfondibili e assolutamente uniche della band. La prosa grugnita, sconnessa, rasposa e psicotica di Gentry Densley qui trova più spazio che mai, superando di gran lunga nel minutaggio le parti urlate e cantate. I testi sono assolutamente fuori di testa e il loro ricercatissimo e strambissimimo modus operandi di raccontare bizzarre interazioni tra animali repulsivi è assolutamente unico nel suo genere. Il risultato è quasi orwelliano (il raccontare situazioni umane tramite le gesta di animali) tanto è tipico e ricercato, e Densley ha creato un modo di raccontare tramite i testi che non trova spazio da nessun’altra parte nel mondo dell’heavy metal. Il timbro della voce inoltre fa da perfetta cassa di risonanza alle immagini repulsive e aberranti che questa tenta di descrivere, nitidizzando e materializzando ancora di più gli immaginari raccontati. E questa è solo la glassa che abbellisce in superficie un disco degli Eagle Twin, il resto della torta è pura goduria sludge-doom della più alta fattura. Sentire in azione la chitarra baritona obesissima di Densley è un piacere inscovabile da qualunque altra parte e il suo modo di suonare è il puro e semplice lavoro di un virtuoso vero che ha abbandonato ogni preziosismo e ha invece deciso di usare le sue doti tecniche per rovistare nella melma, nell’immondizia, nel fango e nello schifo più totale. Una situazione tanto esaltante quanto stramba, che ha creato un flusso di superba, struggente e orrenda cacofonia. Chi ha familiarità con il background di Densley sa benissimo che la sua assurda personalità era ciò che aveva forgiato l’immaginario degli Iceburn ormai vent’anni fa. Il jazz, il blues e la free-form più totale piegati alla nefandezza dell’hardcore più borderline che si potesse concepire. Lo stesso dramma si ripete oggi negli Eagle Twin, come un esperimento biologico andato a male dal quale si è sprigionata una creatura informe in preda ad una mutazione aberrante; la musica di questa band mostra tratti che non sono comuni ad alcuna convenzione heavy e che hanno una morfologia intrinseca tutta loro. Nessun’altra band in campo sludge-doom riesce oggi ad esprimere così tanto pur non seguendo nessuna delle regole e convenzioni che sono il fondamento stesso del genere.