7.0
- Band: EARD
- Durata: 00:43:49
- Disponibile dal: 29/11/2024
- Etichetta:
- Avantgarde Music
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Dopo il debutto “De Rerum Natura” del 2021, torna il progetto Eard di MK – al secolo Mirko Albanese – già mente anche dei Duir. “Melancholia” prosegue il percorso fatto dal debutto coinvolgendo nuovamente anche due guest già presenti in passato: Déhà (Maladie, Wolvennest, Slow e mille altri) e Sara Tocchetto (Vallorch), mentre una novità è invece la partecipazione di Andy Marshall dei Saor.
La proposta musicale stessa nasce sotto il segno della continuità, visto che questi nuovi sei pezzi ampliano quanto sentito in passato, affinando in qualche modo il songwriting e la produzione. E’ abbastanza facile inquadrare gli Eard nel filone del black metal atmosferico, naturalistico e pensoso che è ormai diffusissimo sul mercato: nello specifico i nostri mantengono il fattore ‘post-’ abbastanza basso e rimarcano invece quello pagan/folk, anche se si mantengono lontani da qualsiasi eccesso da birreria in voga in questi ultimi anni.
“Melancholia” può essere analizzato e capito senza dubbio partendo dal proprio titolo, in quanto è un disco profondamente solenne ma altrettanto triste.
Bastano le prime note dell’intro “Idyll” e la lunga “An Hymn To The Earth” (dove ci sono le ospitate di Andy e Sara) per rendersi conto di quanto intima sia l’atmosfera creata dal nostro MK.
I bpm restano quasi sempre bassi in “Melancholia” e, a parte alcune cavalcate propriamente black metal posizionate spesso in modo da essere il risultato dei crescendo, il trademark degli Eard non è certo la furia. Emergono invece prepotenti le note di pianoforte, tastiere ed arpa che sono il vero elemento ricorrente dei quarantatré minuti totali del disco, tra l’altro diviso virtualmente in due parti dalla (quasi tutta) strumentale “The Elegy” costruita su un mood intensamente onirico.
La reiterazione è un altro elemento importante di questo lavoro, visto che i brani sono molto lineari e divisi in movimenti che spesso diventano progressioni, partendo piano per poi crescere sia in velocità che orchestralmente: se questo è il pregio di Eard, ne è anche il limite principale, in quanto nello stesso catalogo Avantgarde o in quello Northern Silence ci sono moltissime altre band che hanno seguito questo percorso.
Perciò, gli appassionati di black metal atmosferico non potranno non sentire un certo deja vù a partire dai modelli creati da Saor, Agalloch e Wolves In The Throne Room, ma è anche vero che in “Melancholia” si percepisce una certa sincerità di fondo e una cura capaci, tirando le somme, di renderlo un disco più che godibile.
Due note conclusive: bellissimo l’artwork – semplice ma genuino – mentre ci dispiace che manchi un pezzo tematizzato sul nostro paese come in passato fu la bella “Lessinia” che ricordiamo con piacere.