6.5
- Band: EARTH SHIP
- Durata: 00:40:10
- Disponibile dal: 09/08/2024
- Etichetta:
- TLD Records
Spotify:
Apple Music:
Riecco anche gli Eart Ship, band sludge-doom-stoner di Berlino che non vedevamo su queste pagine da ben sei anni; l’ultimo disco, il tiepido “Resonant Sun”, risale infatti all’ormai preistorico 2018.
Nel frattempo molte cose sono cambiate, ma non tantissimo: la proposta dei tedeschi rimane nell’ambito di uno stoner metal abbastanza decifrabile, a volte bluesy e abbastanza compatto, piacevole all’ascolto, con qualche punta interessante soprattutto nelle sue parti più tendenti a una certa psichedelia, ma tutto sommato non memorabile.
Oramai, vista l’intensità media di molte produzioni moderne, sembra impossibile pensare che possa bastare anche semplicemente fare un disco piacevole per avere diritto a fare un disco, ma in effetti è ancora così: gli Earth Ship non solo non reinventano la ruota, ma anzi la riutilizzano in tutti i modi possibili, andando ogni tanto ad ammiccare a dei Mastodon di qua, a dei Metallica anni ‘90 (quelli del sempre troppo ingiustamente vituperato “Load”, pensate un po’ cosa ci tocca scrivere – sentite la canzone che chiude il disco) di là, a dei Baroness buttati un po’ a caso nelle intenzioni, ma alla fine mettono insieme un lavoro dignitoso e probabilmente in grado di sprigionare il proprio ‘vero’ effetto dal vivo.
Sicuramente ottimo anche come ‘sottofondo’, ma questo disco ha anche dei suoi momenti che emergono, come in “Ghost Town”, con la sua dose di Black Sabbath iniettata così come se nulla fosse e istantaneamente capace di farci annuire durante l’ascolto, o dell’eterea “Radiant”, dove forse i Nostri trovano la miglior condizione per la propria proposta, cosa che avevamo notato anche nei lavori precedenti. Prendiamo ad esempio anche una canzone come “Ethereal Limbo”, piattina e noiosetta durante la parte che sorregge il brano, con un momento centrale però che richiama all’ordine grazie ad un’apertura ‘spaziale’ (presto però rovinata da un giro davvero elementare).
Diciamo che gli Earth Ship dovrebbero lasciare a qualcun’altro il ruolo di suonare questo tipo di musica in versione pesante, mentre invece potrebbero portare a casa qualcosa di più con brani ‘cosmici’ e di respiro molto ampio come questi (o anche la canonica ma vivace “Bereft”), che magari renderebbero più digeribile tutta la durata di “Soar”, che invece dopo un po’ ci fa perdere l’attenzione. Dischetto gradevole, ma che oltre a un po’ di spensieratezza non regala poi tantissimo.