(ECHO) – Head First Into Shadows

Pubblicato il 19/07/2016 da
voto
8.0
  • Band: (ECHO)
  • Durata: 00:50:03
  • Disponibile dal: 23/05/2016
  • Etichetta:
  • BadMoodMan Music

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Ci ricordavamo molto bene del disco di debutto “Devoid Of Illusions” dei bresciani (EchO), autori di un doom gotico e melodico che era finito in cima alle nostre preferenze dell’anno 2011. Ce ne ricordavamo soprattutto perché a distanza di un po’ di anni, riconferemmo con immutato entusiasmo la valutazione di quel platter che in questo lasso di tempo è finito ancora diverse volte a girare nel nostro lettore, generando sempre vibrazioni positive. Questo gruppo nel frattempo ha passato le classiche difficoltà che una band, oggi come oggi, si trova quasi sempre ad affrontare: i cambi di line-up e, non ultimo, anche le pretese dei fan di voler sentire qualcosa di nuovo nel giro di poco tempo. Ebbene “Head First Into Shadows” giunge un po’ in sordina, come da indole di questa band, dopo cinque anni di attesa regalandoci cinquanta minuti di musica di primissimo livello, un vero e proprio fiore all’occhiello della scena doom italiana e non solo. Orfani del vocalist Antonio Cantarin gli (EchO) hanno reclutato il giovane Fabio Urietti che si è subito voluto ritagliare un suo spazio nell’economia del gruppo. Stilisticamente il suono della band si è evoluto, è sbocciato, maturato ulteriormente, ha acquisito ulteriore stile e riconoscibilità, si è arricchito di sfaccettature e particolarità. L’incedere lento e decadente dei brani ci richiama a tante belle cose che abbiamo sentito negli ultimi anni: dalle atmosfere calde e quasi ultraterrene degli Shape Of Despair, passando per le ultime evoluzioni vagamente Opethiane avvenute in casa Ahab, andando talvolta a pescare anche da certo post metal di gruppi di grande rilievo come Rosetta, Cult Of Luna o Callisto. Nulla è lasciato al caso in questo platter, che è composto con una cura pressoché maniacale nei particolari, a cominciare dalla produzione impeccabile ad opera di Greg Chandler degli Esoteric, passando poi per un songrwiting sopraffino, basato sull’espressività e sulla loro resa emotiva decisamente sopra alle righe. I brani sono tutti piuttosto lunghi e articolati, ma francamente non abbiamo rilevato praticamente nessun cedimento, nessun momento di noia o qualche passaggio ripetitivo o forzato. Da sottolineare anche le collaborazioni di grande prestigio presenti in questo disco. Abbiamo nominato in precedenza Ahab e Callisto non a caso visto che in “Beneath This Lake” appare in veste di guest vocalist Daniel Droste (Ahab), mentre in “Gone”, il brano più lungo del disco e forse anche uno dei più coinvolgenti, troviamo un azzeccatissimo intervento di Jani Ala-Hukkala (Callisto). Altro brano da segnalare, forse una delle canzoni più belle in questo genere, scritte nel 2016, è la bellissima “A New Maze”: così evocativa, trascinante e terribilmente toccante, specie nelle sue cangianti aperture melodiche ma anche nei suoi momenti soffusi e crepuscolari. Davvero un ritorno gradito questo, che accogliamo a braccia aperte e che invitiamo tutti gli amanti di queste sonorità ad ascoltare e sostenere sia per la qualità del materiale proposto, ma anche per il bene della scena nostrana. Bentornati (EchO)!

TRACKLIST

  1. Blood and Skin
  2. A Place We Used to Call Home
  3. Beneath This Lake
  4. Gone
  5. A New Maze
  6. Order of the Nightshade
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